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Russia provoca sul petrolio: gli Stati Uniti preparano la risposta
La Russia irride il mondo occidentale per la mancanza di una linea comune sul petrolio, ma gli USA preparano a rispondere.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, avviata ormai quasi tre mesi fa (24 febbraio 2022). ha scosso l’opinione pubblica, e provocato le sanzioni del mondo occidentale. Eppure, ancora oggi l’Europa non ha raggiunto un’intesa sulle forniture di petrolio (e gas) per colpire il cuore dell’economia di Vladimir Putin.
L’assenza di una linea comune gioca a favore di Putin, le cui ultime dichiarazioni cercano di insinuare ulteriori dubbi tra i governi del Vecchio Continente. “L’Europa con l’embargo sul gas e petrolio russo si sta suicidando – ha dichiarato il presidente russo -. Diventerà la regione con i prezzi dell’energia più alti del mondo. Danno la colpa alla Russia per l’inflazione energetica, dicono che è tutta colpa della Russia, ma stanno solo cercando di coprire i loro errori. Gli europei ammettono di non poter ancora abbandonare del tutto le risorse energetiche russe e alcuni non potranno farlo per molto tempo”.
La proposta all’Unione europea
Stando a quanto sostiene La Stampa, la risposta potrebbe avvenire in maniera graduale. “Gli Stati Uniti hanno proposto all’Unione europea una soluzione diversa, seppur complementare alla riduzione graduale degli acquisti: l’introduzione di dazi sulle importazioni del greggio russo – scrive il quotidiano -. Janet Yellen ne ha discusso con Ursula von der Leyen durante un incontro a porte chiuse a Bruxelles. L’idea era già emersa durante le discussioni tra i 27 nelle scorse settimane, ma non aveva preso quota perché l’Ue non avrebbe la forza per imporre da sola una simile misura”.
“Se i dazi fossero soltanto europei, la Russia potrebbe infatti dirottare altrove il suo petrolio, che via nave potenzialmente può raggiungere ogni parte del mondo – prosegue La Stampa –. Una misura simile può funzionare solo se attuata da un cartello di compratori, scenario ventilato la scorsa settimana da Mario Draghi durante la visita alla Casa Bianca. Secondo gli USA questa strada si può percorrere, per questo hanno pensato bene di coinvolgere l’intero G7 e di estendere la proposta anche ad altri partner internazionali in modo da ottenere due obiettivi in un colpo solo: ridurre le entrate economiche di Mosca, ma senza creare distorsioni sul mercato globale del petrolio tali da far schizzare i prezzi al barile”.
Infine, La Stampa spiega: “Il meccanismo messo a punto dal Tesoro americano prevede di applicare un dazio sull’import di petrolio dalla Russia o comunque di fissare un tetto massimo al prezzo. Il valore del dazio andrebbe ben calibrato perché da un lato c’è la volontà di ridurre le entrate di Mosca, ma dall’altro bisogna evitare che questo si trasformi in un disincentivo all’export. Sostanzialmente bisognerà lasciare comunque un margine di guadagno, seppur inferiore rispetto a quello attuale“.
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