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Dazi, Trump ha scatenato una guerra globale

Donald Trump

Canada, Cina e UE rispondono ai dazi USA con misure di ritorsione. Ecco le contromosse in arrivo e le conseguenze per l’economia globale.

Le politiche protezionistiche di Donald Trump hanno riacceso le tensioni sul commercio internazionale, scatenando reazioni immediate da parte di diversi Paesi. Canada, Cina e Unione Europea stanno già preparando contromisure per contrastare l’imposizione di nuove tariffe statunitensi. Il ritorno a uno scenario di dazi incrociati rischia di generare forti ripercussioni sui mercati globali, alimentando incertezze economiche e tensioni diplomatiche.

Il Canada risponde con dazi speculari

Una delle reazioni più rapide è arrivata dal Canada, che ha replicato alla decisione di Trump di imporre dazi del 25% sulle importazioni canadesi con tariffe equivalenti su una vasta gamma di prodotti statunitensi. Il primo ministro Justin Trudeau ha annunciato un piano da 155 miliardi di dollari canadesi, con dazi immediati su 30 miliardi di beni a partire dal 4 febbraio, seguiti da ulteriori 125 miliardi nelle settimane successive.

Le nuove tariffe colpiranno prodotti di largo consumo come birra, vino, bourbon, frutta, abbigliamento ed elettrodomestici. Alcuni esponenti politici canadesi hanno inoltre proposto misure ancora più severe, come una tassa del 100% sulle Tesla e la cancellazione di contratti con aziende statunitensi, tra cui Starlink di Elon Musk. Trudeau ha avvertito che questi dazi potrebbero ripercuotersi anche sui consumatori americani, aumentando i prezzi di beni essenziali come acciaio, alluminio, nichel e potassio.

Messico e Cina preparano le loro contromisure

Il Messico, anch’esso colpito dalle misure protezionistiche americane, ha deciso di adottare una strategia negoziale. Il presidente Claudia Sheinbaum ha ottenuto un mese di tempo prima dell’applicazione dei dazi statunitensi, in cambio dello schieramento di 10.000 agenti della Guardia Nazionale al confine per contrastare il traffico di droga. Nel frattempo, il governo messicano sta preparando misure economiche di ritorsione per difendere i propri interessi.

Anche la Cina ha risposto duramente alla minaccia di dazi aggiuntivi del 10% sulle importazioni cinesi. Pechino ha definito l’iniziativa una grave violazione delle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) e ha annunciato contromisure proporzionate. Secondo il governo cinese, una guerra commerciale non porterà vantaggi a nessuno e, anzi, danneggerà anche l’economia americana.

Donald Trump
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L’Unione Europea e il rischio di una guerra commerciale

L’Unione Europea ha espresso forte preoccupazione per l’escalation protezionistica di Trump. La Commissione Europea ha ribadito che risponderà con fermezza a qualsiasi imposizione ingiustificata di dazi sulle merci europee. L’UE sta monitorando attentamente la situazione, mentre i governi nazionali si preparano a eventuali contraccolpi economici.

Il ministro francese dell’Industria e dell’Energia, Marc Ferracci, ha dichiarato che una reazione sarà inevitabile in caso di dazi contro i prodotti europei, mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sottolineato l’importanza del commercio globale per la prosperità economica. Anche il premier britannico Keir Starmer e il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani hanno espresso critiche, avvertendo che una guerra commerciale avrebbe conseguenze negative per tutti.

Un contesto sempre più teso: le vendite USA colpite dalle ritorsioni

Mentre cresce la tensione tra le economie mondiali, le prime ripercussioni iniziano a farsi sentire. Le aziende statunitensi stanno già subendo gli effetti delle misure di ritorsione, con un calo delle esportazioni verso i mercati che hanno introdotto contro-dazi. Il settore automobilistico, in particolare, risulta tra i più colpiti: Tesla, che già affronta difficoltà nelle vendite globali, potrebbe essere danneggiata dalle nuove tariffe canadesi.

Anche le esportazioni di beni di consumo e materie prime stanno subendo una contrazione, con una crescente preoccupazione tra le imprese americane. Se la situazione non si risolverà con un dialogo diplomatico, il 2025 potrebbe vedere una nuova fase di scontri economici su scala globale.


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