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Scandalo Ford in USA: oltre 100 mila veicoli investigati per difetti
La Ford negli USA si è ritrovata protagonista di un vero e proprio scandalo. Sono infatti stati rinvenuti oltre 100.000 veicoli difettosi.
Le voci riguardanti la Ford sono state ultimamente parecchio confuse. Dopo l’indizio di un’acquisizione di Tesla, si è tornati a parlare della casa automobilistica con toni decisamente diversi.
Recentemente, l’azienda è stata coinvolta in uno scandalo che ha previsto la segnalazione di centinaia di migliaia di modelli considerati difettosi. Questo ha attirato inevitabilmente l’attenzione delle autorità, le quali hanno immediatamente avviato le investigazioni.
Modelli difettosi: ecco cos’è successo
Questa inchiesta è stata avviata dagli organi competenti, dopo che sono stati segnalati due incidenti mortali con dei veicoli prodotti proprio dall’azienda citata. Oggetto principale dell’indagine per ora svolta è stato il BlueCruise, ovvero l’assistente di guida.
I modelli coinvolti nei casi citati sono state due Mustang Mach-E, mentre la conta totale sembrerebbe superare anche abbondantemente le 100.000 mila unità difettose. Al momento dei fatti, entrambe le auto si trovavano in autostrada notturna.
La velocità constatata era di 110 chilometri orari, con l’assistente in funzione, prima che avvenisse lo schianto contro un’auto ferma. Ciò non sarebbe ovviamente dovuto succedere, e probabilmente non era nei piani dell’azienda.
Cosa succederà dopo l’indagine?
Stando al parere degli enti accreditati, la tecnologia usata da Ford ha degli evidenti limiti nel riconoscere in maniera autonoma i veicoli fermi in posizione di sosta. Lo schianto sarebbe avvenuto proprio per questo motivo, e l’alta velocità lo ha reso fatale.
Se si uniscono condizioni di scarsa visibilità ad una velocità tutto sommato elevata, il margine di errore può aumentare in maniera spropositata. Non solo per il conducente in sé, ma anche per lo stesso assistente di guida che deve supportare chi è al volante.
Potrebbe dunque verificarsi un richiamo con toni formali, che richiamerebbe a sé tutte le auto prodotte nell’arco del 2021 fino ad oggi.
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