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Le ibride plug-in e il dilemma delle emissioni

auto elettrica, ricarica

La verità sulle emissioni delle auto ibride plug-in in Europa: una discrepanza preoccupante tra i dati di omologazione.

Le auto ibride plug-in stanno affrontando un serio interrogativo in Europa a causa della significativa differenza tra le emissioni di CO2 dichiarate e quelle effettivamente rilevate. Studi e analisi sottolineano come le emissioni reali siano in media 3,5 volte superiori ai dati forniti dalle case automobilistiche. Questa situazione solleva dubbi sulla loro effettiva sostenibilità ambientale e mette in luce la necessità di una maggiore trasparenza e accuratezza nei test di omologazione.

La verità sul campo: oltre le aspettative

Secondo i dati elaborati dalla Direzione Generale per l’Azione per il Clima (DG Clima) della Commissione Europea, basati su un campione di 600.000 veicoli, si è scoperto che le emissioni in condizioni reali superano del 20% quelle stabilite dalle procedure di omologazione WLTP. Questo divario è particolarmente evidente nelle ibride plug-in, dove la discrepanza raggiunge livelli allarmanti, evidenziando un’utilizzo subottimale della modalità elettrica.

Le osservazioni derivanti dai dispositivi di bordo per il monitoraggio del consumo di carburante (OBFM), obbligatori dal gennaio 2021, hanno offerto una prospettiva realistica sulle prestazioni ambientali di queste vetture. La raccolta di dati ancora in fase iniziale ha permesso di identificare un gap medio di 4 litri ogni 100 km e di 100 grammi di CO2 per km per le ibride plug-in rispetto ai valori di laboratorio. Questi dati, pur limitati, hanno già stimolato la Commissione Europea a prendere provvedimenti per una maggiore rappresentatività e affidabilità delle rilevazioni future.

Verso un futuro più verde?

Nonostante i risultati finora ottenuti possano sembrare scoraggianti, essi rappresentano un passo fondamentale verso la comprensione e la risoluzione della discrepanza tra le emissioni teoriche e quelle reali. La Commissione Europea ha già pianificato delle modifiche ai metodi di calcolo delle emissioni che entreranno in vigore dal 2025, con la speranza di ridurre significativamente il divario evidenziato. Tali aggiustamenti si baseranno su dati raccolti in condizioni di guida reale, con l’obiettivo di promuovere un uso più consapevole e diffuso della modalità esclusivamente elettrica.

La strada verso una mobilità sostenibile è ancora lunga e costellata di sfide. Tuttavia, la luce dei dati raccolti e delle azioni intraprese dall’Unione Europea indica una direzione chiara: solo attraverso un impegno congiunto di produttori, consumatori e istituzioni sarà possibile colmare il divario tra aspettative e realtà, facendo delle ibride plug-in non solo una soluzione teoricamente ecologica, ma un vero pilastro della transizione energetica.


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Riproduzione riservata © - MM

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