Fiat confonde i clienti: Panda, un nome per tre modelli

La manovra “particolare” di Fiat ha mandato in confusione tutti i clienti: ci sarà infatti un solo nome per tre modelli.

Con la recente produzione della Grande Panda, la Fiat sta guadagnando nuovamente popolarità. Il termine “Panda” ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel 1980. Oltre 40 anni dopo, ha compiuto il suo esordio una versione ancora più grande.

L’aggettivo “grande” è proprio ciò che aiuta a distinguere i due modelli. Tuttavia, un terzo modello chiamato Pandina non ha fatto altro che complicare ulteriormente le cose. Alla luce di ciò, è bene fare chiarezza.

Come distinguere i tre modelli?

I tre modelli possono essere distinti prestando attenzione non al nome, ma alle caratteristiche delle tre auto. La Pandina non è infatti un modello più piccolo, bensì una tradizionale Panda molto più accessoriata e ottimizzata del modello tradizionale.

Costa inoltre circa 3.000 euro in più, rispetto alla sua versione base. Entra così in gioco la Fiat Grande Panda, che presenta 3,99 metri di lunghezza rispetto al modello tradizionale. Qualche decina di centimetri in più, rispetto al modello passato.

Persino la piattaforma, la Smart Car, differisce dai modelli sopracitati. Nonostante tutto dovrebbe essere più chiaro, le confusioni non fanno che aumentare. E dunque, come orientarsi anche in seguito a queste informazioni?

Come orientarsi tra i tre modelli?

Nella maggior parte dei casi, per orientarsi tra i modelli citati non si dovrà fare altro che consultare attentamente le singole caratteristiche. Nel caso della Pandina e della Grande Panda, il prezzo di listino è identico ma non le dimensioni.

Perfino le tre tipologie sono differenti. La Panda è infatti un allestimento base, la Pandina è un full optional della Panda e la Grande Panda è un modello sviluppato completamente da zero.

La motivazione di marketing è evidente più che mai, ma prestando attenzione si potranno comunque fare le dovute distinzioni.

Leggi anche

Crisi auto, von der Leyen risponde sul Green Deal