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UE, i costruttori alzano la voce: è allarme
Le recenti posizioni prese dall’UE hanno portato i costruttori del settore elettrico ad alzare la voce. Ecco cosa potrebbe accadere a breve.
A causa delle decisioni prese di recente dall’UE riguardo dazi e altri provvedimenti, il settore elettrico potrebbe risentirne fortemente. Un’analisi di mercato svolta in tempi recenti, ha evidenziato uno scenario in prospettiva fortemente negativo.
Il contesto riguardante i veicoli elettrici sarà caratterizzato da mutazioni continue, le quali hanno costretto tutti gli ottimisti comparsi (legittimamente) nei primi mesi del 2024, a cambiare totalmente rotta. Ciò ha causato del malcontento, soprattutto nei costruttori.
Auto elettriche in crisi: cosa succederà a breve?
Le quote di mercato del settore presentano, in prospettiva, un trend ribassista. La percentuale del 27% ipotizzata (e attestata) precedentemente, allo stato attuale rischia di scendere fino al 21%.
La riduzione delle emissioni auspicata dalla stessa Unione Europea, verrebbe così ostacolata da questa inevitabile battuta d’arresto. I limiti in questione faranno capolino proprio nel 2025, dall’anno prossimo, rendendoli così molto difficili da rispettare.
Le vendite sembrano così ristagnare, portando i prezzi del settore ad un netto aumento. La situazione critica dell’Unione Europea potrebbe portare le suddette aziende a trasferire i loro capitali altrove, trovandosi così a fare “comunella” con le aziende USA e della Cina.
La richiesta presentata a Bruxelles
Alla luce di un quadro prospettivo così disastroso, i costruttori hanno presentato con toni concitati delle richieste ai vertici di Bruxelles. Si chiede espressamente di rivedere le normative imposte negli ultimi tempi, in forte contrasto con le proiezioni precedenti.
Il punto cruciale di questa mozione, è quello di alleggerire i limiti imposti per il 2025, al momento non compatibili con i risultati che in realtà potrebbero essere raggiunti. Per fare in modo che l’industria europea rimanga al passo, gli standard necessitano una revisione.
L’Europa dovrà dunque rimanere sulla propria posizione Green, ma adottando delle strategie che funzionino.
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