News
Transizione elettrica: 120 mila posti di lavoro a rischio in Italia
Con la transizione elettrica si profila una perdita di 120 mila posti di lavoro solo in Italia: per questo si chiede un aiuto del Governo.
Quando si parla di transizione elettrica dell’industria automobilistica italiana, uno dei temi più ricorrenti è l’impatto sociale, nello specifico sui livelli occupazionali. Uno stato d’animo di apprensione che cresce visti i dati raccolti da uno studio eseguito dalla onlus EStà, specializzata in economia e sostenibilità. Ebbene, secondo il report da poco pubblicato, sono 120 mila i posti di lavoro a rischio solo in Italia con il passaggio ai veicoli a batteria, quasi raddoppiando la stima di oltre 70 mila calcolata un po’ di tempo fa da fonti Anfia.
Dunque, sale l’allerta sulla tenuta del sistema occupazionale del comparto automotive nazionale, come ha evidenziato pure Pierluigi Bonora, giornalista e fondatore di Forum Automotive, sposando il pensiero di Rocco Palombella, segretario generale del sindacato UILM, che ha messo in risalto “la mancanza di determinazione e consapevolezza dei governi italiani che si sono avvicendati negli ultimi anni, in quanto la transizione ecologica non si fa dall’oggi al domani, non sarà indolore e le risorse messe a disposizione non saranno sufficienti”.
Gli appelli alle autorità
Pure alla luce delle rilevazioni effettuate e rese note nelle scorse ore, Bonora auspica in una presa di coscienza del nuovo Governo in via di formazione. A suo avviso, è quantomai necessario non rimanere inerti dinanzi alla situazione, bensì attivarsi affinché essa migliori. Si cerca un segnale di svolta e cambiamento, da lanciare pure nei confronti di Bruxelles, perseguendo il proposito di un equilibrio tra la sostenibilità “green” e quella sociale.
“I tempi sono strettissimi, – sottolinea Bonora –, ma il coraggio di dare una sterzata in direzione del buon senso e contro la maledetta ideologia che ha dominato in tutti i questi anni, può risultare determinante. Un’azione del genere rappresenterebbe un esempio per gli altri Paesi dell’UE e, soprattutto, un segnale contrario forte a una Commissione europea totalmente allo sbando“.
Clicca qui per iscriverti al nostro canale Telegram
Clicca qui per mettere "mi piace" alla nostra pagina Facebook
Riproduzione riservata © - MM