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Supercar elettriche? Inquinano troppo: svelato il motivo
Le supercar elettriche sono troppo inquinanti come segnalano le associazioni di settore, il che è da imputare a un motivo ben preciso.
Ormai è appurato: nel giro di qualche anno i Costruttori dovranno disporre di un ampio catalogo di auto elettriche, fino al ban definitivo delle endotermiche nel 2035. Lo step iniziale è già fissato al 2030, quando le Case avranno il compito di dimostrare di avere almeno il 50 per cento della gamma composta da EV, qualcosa di particolarmente ostico nel caso delle supercar elettriche. Da un lato i marchi dotati di maggiore blasone stanno provando ad adeguarsi, dall’altro non hanno un assortimento tanto vasto da tagliare subito il traguardo.
Per tale ragione, come riporta Automotive News Europe, si è concessa una deroga alle aziende che vendono meno di 10 mila esemplari all’anno. Secondo il portale la deadline per loro è ora al 2035.
Una mossa di certo non sorprendente, sicché l’Italia stessa è stata, tra i membri dell’UE, soprattutto coinvolta nell’iniziativa lanciata da ESCA affinché giungesse la proroga. L’associazione, rappresentante gli interessi di realtà del calibro di Aston Martin, Bugatti, Ineos, Koenigsegg, McLaren e Rimac, ha consentito di rivedere le regole imposte sul mercato date le specifiche necessità di tali realtà più piccole, sprovviste delle risorse dei grandi concorrenti.
Il paradosso degli EV ad alte prestazioni
A dispetto di numerose società leader dell’industria, che accettano felicemente la transizione verso l’alimentazione elettrica, collocare una batteria su una supercar provocherebbe un risultato assai negativo in termini di emissioni di anidride carbonica in sede di produzione. Dati alla mano, le supercar vengono guidate decisamente meno; pertanto, non raggiungono quel chilometraggio tale da compensare le emissioni di CO2 inevitabili durante la realizzazione della batteria e la fabbricazione del veicolo.
In pratica, forzare nel loro caso il passaggio all’elettrico determinerebbe un incremento delle emissioni, anziché l’opposto. Ciò non equivale di certo allo scartare l’idea, tuttavia le parti coinvolte intendono valutare soluzioni alternative, tipo i carburanti sintetici.
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