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Produzione auto mondo: un Paese domina su tutti
La produzione di auto nel mondo vede un Paese avere una netta supremazia in confronto ai competitor: nel 2021 non c’è stata proprio storia.
Nel corso dell’ultimo anno la produzione di auto nel mondo è stato di 80.145.988, tra trasporto passeggeri e commerciali. Cifra ben lontana in confronto al primato del 2017, quando gli stabilimenti sparsi in ogni angolo del pianeta ne sfornarono più di 97 milioni, ma comunque un segnale di ripresa in confronto a dodici mesi prima, fermo a quota 77.621.528 unità.
Quali siano le ragioni dietro tale flessione è noto. Tra emergenza Covid-19 e conflitto in Ucraina, negli ultimi due decenni sono avvenuti dei profondi cambiamenti sia sul fronte della tecnologia sia in termini di protagonisti. E tra i protagonisti un gigante dormiente che ha finito per risvegliarsi è quello della Cina, la cui crescita nel panorama internazionale risulta evidente. Non vale solo per le immatricolazioni (con 26,3 milioni) ma anche – e soprattutto – come attori della filiera.
Secondo i dati raccolti e analizzati dall’OICA (Organisation Internationale des Constructeurs d’Automobiles), i veicoli fabbricati in Cina nel 2021 ammontano a 26.082.220 esemplari, con 21.407.962 auto e 4.674.258 commerciali. In sostanza, circa un terzo dell’intera attività globale, ma comunque distante dal primato nel 2017. Allora nella Repubblica Popolare si assemblarono 29.015.434 unità complessive.
Un margine abissale
Quindi, la Cina costituisce la Nazione leader nella mobilità e per ampio margine rispetto agli inseguitori. La seconda piazza è presidiata dagli USA, fermi a 9.167.214 veicoli in totale. Medagli di bronzo per il Giappone con 7.846.955 vetture. Se sommati i valori della terra del Sol Levante e quelli degli Stati Uniti emerge un gap di 12 milioni di “pezzi” in meno della Cina.
Cos’ha abbia portato a tale situazione è presto detto: chiunque desidera aprire un impianto in Cina. Di sicuro i bassi costi della manodopera incidono nella scelta. Ma il Paese asiatico comporta ulteriori benefici: non si sostengono costi di trasporto merce, si è vicini ai fornitori (di semiconduttori in primis) e si capitalizza il know-how locale in termii di vetture elettriche.
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