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Norvegia, da gennaio addio alla vendita di auto a benzina o diesel
Passo storico nel settore dei trasporti da parte del Paese scandinavo, leader mondiale nella transizione alla mobilità elettrica.
La Norvegia compie un passo storico nel settore dei trasporti: dal 1° gennaio 2025 non sarà più possibile immatricolare auto a benzina o diesel. Questo traguardo è frutto di un piano decennale che Oslo ha avviato da tempo, ponendosi come leader globale nella transizione verso la mobilità elettrica.
La misura rappresenta l’ultima tappa di una strategia che ha portato il Paese scandinavo a detenere il primato mondiale nelle vendite di veicoli elettrici, con una quota di mercato vicina al 90% per le nuove immatricolazioni. Questo risultato è stato raggiunto grazie a politiche ambiziose e incentivi mirati, che hanno permesso di superare le auto tradizionali sia a benzina che diesel.
I pilastri della politica norvegese: incentivi e infrastrutture
Il successo della Norvegia nel settore della mobilità elettrica si basa su tre pilastri fondamentali. Il primo è il fondo sovrano alimentato dai proventi dell’industria dei combustibili fossili, che ha finanziato generosi incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici. Il secondo pilastro riguarda le politiche fiscali: esenzioni dall’Iva, tasse di immatricolazione ridotte e ulteriori vantaggi come parcheggi gratuiti e tariffe agevolate per pedaggi e traghetti.
Infine, il terzo pilastro è rappresentato dagli investimenti in una rete capillare di infrastrutture di ricarica, distribuita su tutto il territorio nazionale. Queste misure hanno reso la transizione più semplice, anche grazie alla bassa densità di popolazione e alla presenza diffusa di case unifamiliari. La Norvegia guarda ora al 2035 con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica, continuando a essere un modello per il resto del mondo.
La corsa della Cina e la sfida dei dazi europei
Mentre la Norvegia avanza verso la neutralità climatica, anche la Cina continua la sua ascesa nel mercato dei veicoli elettrici. Nel 2025 si prevede che le vendite di auto elettriche supereranno quelle tradizionali, grazie a massicci investimenti governativi. Dal 2009 al 2023, Pechino ha destinato oltre 230 miliardi di dollari in sussidi all’industria dei veicoli elettrici, favorendo la crescita di colossi come BYD.
Tuttavia, questa politica ha scatenato la reazione dell’Unione europea, che ha deciso di imporre dazi aggiuntivi fino al 35,3% sulle auto elettriche cinesi per proteggere il proprio settore automotive. La guerra commerciale ha portato la Cina a presentare un ricorso presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio, segnalando un confronto sempre più acceso.
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