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Mercedes-Benz, Källenius snobba gli e-Fuel: “meglio le elettriche”
Il numero uno di Mercedes-Benz appare poco convinto sulle potenzialità degli e-Fuel: meglio le auto a trazione elettrica.
La Germania avrà pure esercitato parecchie pressioni sulle istituzioni comunitarie affinché concedessero la deroga per gli e-Fuel nel post 2035, ma ciò significa che è la soluzione di mobilità preferita da ogni operatore tedesco. Anzi, una delle principali realtà nazionali, quale Mercedes-Benz mantiene la stessa posizione a riguardo. Lo ha chiarito l’amministratore delegato Ola Källenius, che predilige l’elettrico, poiché “tecnicamente superiore“.
Ai microfoni di Frankfurter Allgemeine Zeitung, il top manager della Stella di Stoccarda ha dichiarato: “Quattro anni fa, abbiamo detto che la nostra flotta di veicoli nuovi, lungo l’intera catena del valore, deve diventare neutrale in termini di CO2 entro il 2039. Questo è il nostro obiettivo”.
Gli esemplari a batteria sono “sensazionalmente buoni” a livello di efficienza. “L’auto elettrica è una tecnologia ancora giovane rispetto al motore a combustione – ha proseguito -. Vediamo ancora un grande potenziale di progresso: la trazione elettrica supererà il motore a combustione interna in termini di prestazioni entro la fine di questo decennio“.
Attualmente la Casa lavora pure sulle vetture endotermiche, in linea con gli standard di omologazione delle emissioni Euro 7, tuttavia ciò non ha la priorità. Difatti, nel giro dei prossimi tre anni ridurrà i relativi investimenti dell’80 per cento. Il futuro di Mercedes-Benz assume, insomma, tinte green.
Infrastrutture di ricarica e litio: i passi da compiere
Di pari passo, affinché gli obiettivi prefissati dalle autorità trovino compimento, è necessario uno sforzo ulteriore dalla classe politica stessa. “Noi ci occuperemo del prodotto, ossia i veicoli elettrici, ma l’infrastruttura di ricarica deve essere ampliata il più rapidamente possibile e dobbiamo fare di tutto per promuovere la generazione di elettricità verde”, ha spiegato Källenius.
Inoltre, occorrerà affrontare un’ulteriore sfida, cruciale nella battaglia con le aree geografiche concorrenti, una su tutte la Cina. “La creazione di capacità nell’estrazione e nella lavorazione del litio è un’impresa industriale gigantesca – ha evidenziato -. Le materie prime non saranno tutte estratte in Europa. Pertanto, abbiamo bisogno di accordi commerciali con Canada, Sud America e Australia. Ecco dove è necessario il sostegno pubblico”.
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