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Mercato Ue, Acea: “Ripresa nel 2022, ma lontano dai livelli pre-Covid”
L’Acea preannuncia una ripresa nel 2022 delle immatricolazioni nel mercato Ue, ma non comunque ai livelli del periodo pre-pandemico.
Secondo le rilevazioni dell’Acea, il 2022 segnerà una ripresa delle immatricolazioni nel mercato Ue, purché si raggiunta un punto di stabilità nell’approvvigionamento di semiconduttori. Nello specifico, l’organizzazione paventa che quest’anno si registreranno 10,5 milioni di vetture, il 7,9 per cento in più rispetto a un 2021 pesantemente compromesso dalla carenza di chip. A ogni modo, la domanda rimarrà ben lontana dai livelli pre-pandemia del 2019: il calo è quantificato in circa il 20 per cento.
Nel giorno in cui la Commissione europea presenterà il Chips Act, l’Acea lancia un appello alle autorità di Bruxelles affinché riducano la dipendenza del Vecchio Continente dalle forniture estere di semiconduttori, in modo da scongiurare il manifestarsi degli stessi problemi ravvisati lo scorso anno.
Inoltre, sottolinea ulteriormente la necessità di “rafforzare in modo significativo la proposta” sull’Alternative Fuels Infrastructure Regulation (Afir) per garantire infrastrutture di ricarica e rifornimento consone a soddisfare gli sviluppi commerciali della mobilità ecosostenibile. In tal senso, le Case costruttrici fanno presente come nel 2021 i veicoli elettrici siano andati avanti a guadagnare quote di mercato, toccando quasi il 20 per cento di penetrazione.
Fragilità da non trascurare
Si tratta, dice il presidente Oliver Zipse, di “una notizia molto gradita, ma non possiamo dimenticare che si tratta di un mercato ancora piuttosto fragile, che dipende fortemente da misure di sostegno come incentivi all’acquisto e, soprattutto, dalla diffusa disponibilità di infrastrutture di ricarica“.
Da qui il bisogno di rimarcare i ritardi nella diffusione delle colonnine. Nell’ultimo lustro, le vendite di veicoli elettrici sono aumentate di oltre 10 volte, con una velocità quadrupla in confronto a quella dei punti di ricarica pubblici, cresciuti di meno di 2,5 volte. “Se questa situazione non verrà affrontata con urgenza introducendo obiettivi ambiziosi per tutti gli Stati membri dell’Ue, incontreremo molto presto un ostacolo sulla nostra strada”, conclude Zipse.
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