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La cassazione: l’alcoltest non è più obbligatorio per provare l’ebbrezza
Una recente sentenza della Cassazione stabilisce che per accertare uno stato di ebbrezza al volante non è più necessario l’alcoltest.
La Corte di Cassazione italiana ha recentemente emesso una sentenza rivoluzionaria in materia di guida in stato di ebbrezza. La suprema corte ha deciso che, per accertare uno stato di ubriachezza elevato, non è più obbligatorio l’uso dell’alcoltest. Secondo questa nuova disposizione, possono essere sufficienti le testimonianze degli agenti di polizia e altri elementi sintomatici osservabili.
Il problema dell’alito
In numerosi film americani, è comune vedere poliziotti che chiedono agli automobilisti sospettati di ebbrezza di camminare in linea retta o di eseguire prove di equilibrio. Queste scene, fino ad oggi, erano considerate quasi superflue in Italia, dove l’alcoltest, noto anche come “palloncino“, era l’unico strumento valido per determinare la possibilità di guida in stato di ebbrezza. Tuttavia, con la recente sentenza della Cassazione, questa prassi potrebbe cambiare.
La sentenza stabilisce che per dimostrare uno stato di ebbrezza non è necessario un riscontro oggettivo tramite l’alcoltest se gli agenti possono fornire “elementi obiettivi e sintomatici“. Questo significa che l’alito alcolico, la condotta del guidatore e l’incapacità di rispondere adeguatamente alle domande possono essere sufficienti per stabilire un tasso alcolemico superiore alla soglia limite di 1,5 grammi per litro.
Il caso giuridico
La sentenza nasce dal caso di un automobilista bresciano, condannato in Appello a sei mesi di reclusione, una multa di 1.500 euro e la revoca della patente dopo aver causato un incidente. L’uomo si era rifiutato di sottoporsi all’alcoltest, e i giudici avevano basato la condanna sulle testimonianze degli agenti intervenuti sul luogo dell’incidente. La difesa ha presentato ricorso sostenendo che la condanna si basava unicamente sulle dichiarazioni degli agenti senza un alcoltest a supporto.
La Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che l’alcoltest è un esame strumentale e non una prova legale assoluta. La corte ha spiegato che “l’accertamento della concentrazione alcolica può avvenire in base ad elementi sintomatici”, e che se questi superano le soglie legali, la decisione deve essere supportata da una motivazione adeguata. Nel caso specifico, i giudici di merito avevano considerato sufficienti gli elementi come lo stato comatoso e di alterazione dell’imputato per stabilire un uso elevato di alcol, sicuramente superiore alla soglia legale.
Questa sentenza della Cassazione rappresenta un cambiamento significativo nella giurisprudenza italiana. Consentendo agli agenti di polizia di fare affidamento su osservazioni dirette e comportamenti evidenti per determinare lo stato di ebbrezza di un guidatore. Sarà interessante vedere come questa nuova interpretazione della legge influenzerà i futuri casi di guida in stato di ebbrezza e se ridurrà l’incidenza degli incidenti legati all’alcol.
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