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Italia: il parco auto circolante è ancora più vecchio
Il parco auto circolante in Italia continua a essere afflitto da un “inesorabile invecchiamento”, superando l’età media di 12 anni.
Un “inesorabile invecchiamento” affligge il parco auto circolante in Italia, che chiude nel 2022 con numeri ancora più preoccupanti dell’anno precedente. Rispetto a due anni fa, quand’era di 11,8, il parco, aumentato da 38,8 a 39,3 milioni di vetture, supera i 12 anni di età media, pari a 12,2. Inoltre, circa un quarto dei veicoli (24,7 per cento) non arriva nemmeno al protocollo di emissioni Euro 4, superando i 17 anni. Tuttavia, almeno in tal senso, si registra un miglioramento rispetto al 26,2 per cento del 2021. Le Euro sono il 23,7 per cento, le Euro 5 il 17,5 per cento e le Euro 6 il 34,2 per cento.
Quest’ultima categoria, lo ricordiamo, è la più evoluta al momento esistente. Nei prossimi mesi arriverà la Euro 7, accolta da vibranti proteste dei grandi capi d’industria. Proprio il numero di Unrae, Luca de Meo (leader del gruppo Renault), ha contestato in una lettera aperta le direttive emanate dalle istituzioni. A suo avviso, i vincoli sono troppo onerosi, il che non rende convenienti gli investimenti sotto il profilo economico. Della stessa idea il top manager di Stellantis, Carlos Tavares, intervenuto negli scorsi giorni.
Sfiorato il minimo storico di immatricolazioni
Il mercato italiano ha registrato 1,317 milioni di immatricolazioni, sfiorando il minimo storico di 1,304 risalente al 2013. Eppure, delle note positive arrivano sui sistemi di alimentazione. Adesso le ibride dettano legge con un market share del 34 per cento, davanti a benzina (27,7 per cento) e gasolio (19,6 per cento). D’altro canto, il totale di mezzi a basse e zero emissioni è diminuito di 20 mila esemplari (meno 14,8 per cento), per un meno 8,8 per cento della quota.
Una “drastica battuta d’arresto”, commenta l’Unrae, che sottolinea come tra i major markets la nostra penisola sia il fanalino di coda, dietro anche alla Spagna, “Nel 2022 la crescita delle infrastrutture di ricarica è stata molto dinamica, ma il rapporto rispetto al circolante risulta elevato solo per l’esiguità dello stesso”, mentre “l’accelerazione delle infrastrutture è troppo recente per aver potuto stimolare l’incremento del parco”.
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