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Italia, avvertimento Ue: “Multate le Case per il dieselgate”
La Commissione europea ha intimato all’Italia di prendere provvedimenti contro le Case automobilistiche coinvolte nel dieselgate.
L’Italia rischia nuovi provvedimenti da parte dell’Unione Europea. In tale occasione, il nostro Paese ha ricevuto un avvertimento circa i c.d. defeat device, ossia i dispositivi di manipolazione delle emissioni emersi agli “onori” delle cronache per via dello scandalo dieselgate.
Più esattamente, la Commissione ha presentato all’Italia “un parere motivato per il mancato rispetto dell’obbligo di applicare le norme relative all’omologazione per le emissioni sulla base del regolamento (CE) n. 715/2007″, il quale impone agli Stati aderenti di “stabilire e attuare norme in materia di sanzioni per l’uso di impianti di manipolazione vietati che ostacolano l’efficienza dei sistemi di controllo delle emissioni determinandone un aumento”. In buona sostanza, Bruxelles esercita pressioni affinché il nostro Paese provveda a emanare multe contro le Case ree di violare le direttive.
Il testo legislativo proibisce il ricorso a qualsivoglia sistema di manipolazione (come software, timer o finestre termiche) che comporti un incremento delle emissioni di ossidi di azoto al di fuori del ciclo di prova, “a meno che essi non siano necessari per proteggere il motore da danni o avarie e per garantire un funzionamento sicuro del veicolo”.
Due mesi per rispondere
La Commissione sta attualmente svolgendo le verifiche di rito in riferimento all’ottemperanza delle norme da parte degli Stati membri e crede che, nonostante abbia sancito il richiamo obbligatorio dei veicoli interessati, l’Italia non si sia attivata per il rispetto delle “disposizioni nazionali in materia di sanzioni ai casi in cui sono stati installati impianti di manipolazione su veicoli omologati in Italia”.
Nel 2017 l’organismo comunitario ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per non aver svolto un’indagine sulle accuse mosse contro l’allora Fiat Chrysler sul presunto montaggio di apparecchiature illecite: le autorità italiane ha ora due mesi per rispondere e adottare le misure necessarie. Decorso tale lasso di tempo, il massimo ente esecutivo della Ue avrà la facoltà di stabilire se deferire il caso alla Corte di giustizia.
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