News
Dieselgate: Suzuki, Stellantis e Marelli sotto investigazione
Possibile nuovo caso dieselgate: perquisite le sedi di Suzuki, Stellantis e Magneti Marelli per il presunto uso di dispositivi illeciti.
Dieselgate, nuovo ciclone in vista. Le autorità tedesche hanno effettuato una serie di perquisizioni presso gli uffici della Suzuki a Bensheim, nell’Assia Meridionale. La procura di Francoforte sospetta, nello specifico, che il Costruttore nipponico abbia venduto oltre 22 mila esemplari di Vitara, Swift e SX4 S-Cross con propulsori diesel (DDiS Euro 6 da 1,3, 1,6 e 2 litri di cilindrata) provvisti di sistemi illegali per la manipolazione dei gas di scarico.
Gli investigatori hanno messo nel mirino pure gli uffici di dirigenti dell’ex Fca (oggi Stellantis), in quanto fornitrice dei propulsori (sulla base di un accordo di partnership risalente al 2011 inerente alla fornitura di unità quali il 1.6 Multijet) e della Marelli in veste di responsabile dei software di controllo.
Eurojust, l’Agenzia dell’Ue per la cooperazione giudiziaria penale, ha coordinato le attività investigative, coinvolgendo ufficiali di polizia tedeschi, italiani e ungheresi. Difatti, le attività hanno pure riguardato sedi site a Heidelberg, nello stato di Baden-Württemberg, Corbetta, nella città metropolitana di Milano, ed Esztergom, nella provincia di Komárom-Esztergom.
Obiettivo dell’investigazione quello di trovare prove documentali che suffraghino la validità delle accuse avanzate contro Suzuki. Alla compagnia si imputa il reato di frode in commercio per aver commercializzato veicoli che probabilmente non soddisfacevano i requisiti per l’omologazione degli standard Euro 6.
In base alla tesi del pm, la presunta strumentazione illegale riduce o disattiva al 100 per cento i meccanismi di controllo delle emissioni in numerosi condizioni di uso quotidiano, provocando, quindi, livelli di ossizi di azoto superiori ai limiti legislativi.
Il comunicato di Stellantis
A proposito dell’azione giudiziaria, i portavoce del gruppo Stellantis hanno dichiarato: “Fca Italia è stata informata da una richiesta di fornire informazioni e documenti in relazione a ulteriori attività di indagine della Procura di Francoforte in merito all’utilizzo di software di controllo delle emissioni presumibilmente inammissibili nei motori diesel forniti alla Suzuki. Ciò fa seguito alle attività di indagine su accuse simili condotte nel 2020. La società continuerà a collaborare pienamente alle indagini in materia”.
Clicca qui per iscriverti al nostro canale Telegram
Clicca qui per mettere "mi piace" alla nostra pagina Facebook
Riproduzione riservata © - MM