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Dati negativi per l’automotive a novembre: -17,5% di immatricolazioni
Calano le immatricolazioni nel mese di novembre rispetto al 2020 e al pre-pandemia. Uno scenario corredato anche dalla crisi di chip e problemi burocratici.
Il mercato dell’automotive in Europa continua a far registrare dati traballanti. Da una recente ricerca dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei, è infatti emerso come le immatricolazioni siano calate del 17,5% nel mese di novembre di quest’anno rispetto al 2020 e del 28,7% rispetto al 2019.
Si tratta di un pesante calo, il quinto consecutivo per l’esattezza, nonchè il peggiore per volumi dal lontano 1993. Nel corso degli undici mesi di quest’anno il totale delle immatricolazioni ammonta a 10.824.670, il 25,6% in meno rispetto al 2019. Ciò significa che mancano all’appello oltre 3mila vetture.
Tutti i più importanti gruppi costruttori hanno chiuso il mese di novembre in negativo. Stellantis, per fare un esempio pratico, ha immatricolato soltanto oltre 170mila vetture, il 21,2% in meno rispetto allo stesso mese del 2020. Solo i piccoli mercati dell’Islanda e della hanno fatto registrare una crescita.
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Tra le cause figurano senza dubbio la crisi dei semiconduttori e diversi problemi burocratici. A tracciare un’analisi di scenario per il 2022 in Italia ci ha pensato, invece, il Centro Studi Promotor, che ipotizza un volume di immatricolazioni pari a 1.500.000 unità con un calo del 21,7% rispetto al 2019.
Il futuro dell’automotive passa dall’elettrico
Nonostante il calo di immatricolazioni, l’UE si prepara ad abbracciare il trend del full electric. Sulla questione è intervenuto anche il ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini, che ha difeso l’importanza della transizione delle auto elettriche, ponendo come obiettivo intermedio il 2030.
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