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Crisi automotive: produzione in picchiata in Italia

Il mercato auto in Italia è stabile, ma Stellantis perde terreno. Crescono ibride e benzina. In Europa il settore si rafforza, ma con forti differenze tra i Paesi.
I dati Istat più recenti confermano le difficoltà della produzione automobilistica in Italia. A dicembre 2024, la fabbricazione di veicoli è crollata del 23,6% rispetto allo stesso mese del 2023, dopo il -28,5% registrato a novembre. Complessivamente, nel 2024 la produzione è diminuita dell’11,3%, mentre il calo generale dell’industria si è fermato al -3,5%.
Nonostante questo, il mercato delle immatricolazioni non mostra segnali di crisi. Secondo UNRAE, nel 2024 in Italia sono state vendute 1.577.751 auto, un dato sostanzialmente stabile rispetto al 2023. Il settore, quindi, non è in crescita, ma neanche in recessione. Inoltre, il numero di auto vendute conferma un miglioramento rispetto al biennio 2021-2022, quando la media era di circa 1,4 milioni di immatricolazioni annue.
Se il mercato auto non è in crisi, lo stesso non si può dire di alcuni gruppi. Stellantis ha chiuso il 2024 con un pesante -37% nelle vendite, perdendo quote di mercato a favore della concorrenza. Il vero problema del gruppo non è una flessione dell’intero settore, ma la sua strategia industriale. Oltre alla sfiducia generata nei consumatori dai problemi ai motori Puretech che hanno provocato la nascita di class-action contro il gruppo.
Auto ibride in crescita, il diesel -23%
L’analisi di UNRAE confermerebbe la trasformazione in atto. Nel 2024 le auto ibride hanno raggiunto il 40% di quota di mercato, in crescita rispetto al 36% del 2023. Le immatricolazioni di vetture benzina sono leggermente aumentate, passando dal 28% al 29%, pur restando lontane dai livelli pre-pandemia (-50% rispetto al 2019).
Chi è in caduta è il diesel, ormai ridotto a una quota di mercato poco superiore al 10%. Nel 2024 sono state immatricolate 65.000 auto diesel in meno, segnando un -23% rispetto al 2023. Un crollo verticale se si considera che nel 2019 il diesel copriva ancora il 40% del mercato, ma prevedibile, vista l’eliminazione di questa motorizzazione dai listini di molti modelli.
Nel complesso, le auto a benzina e diesel sono passate dall’84% delle immatricolazioni nel 2019 al 43% nel 2024. Il passaggio alle nuove alimentazioni sembrerebbe ormai evidente, anche se l’elettrico in Italia non è decollato e difficilmente lo sarà nel breve periodo.

Europa: mercato in crescita, male i marchi italiani
A livello europeo, il mercato auto è in leggera crescita. Nel 2024, tra UE, Regno Unito ed EFTA, sono state immatricolate 11.877.000 vetture, in aumento rispetto ai 11.802.000 del 2023 e ai dati del 2021 e 2022. In altre parole, il settore auto europeo non è in crisi, ma in consolidamento.
Anche qui il diesel è in calo (-12%), scendendo a una quota del 10%, mentre l’elettrico si mantiene stabile al 15%. Tuttavia, i trend variano molto da Paese a Paese. Alcuni mercati sono in forte crescita, come Polonia (+15%), Ungheria (+10%) e Spagna (+5%), mentre altri, come Francia (-4%) e Svezia (-7%), registrano una lieve contrazione.
Stellantis soffre particolarmente anche in Europa, con un calo del -7% nelle vendite. I brand italiani del gruppo vanno ancora peggio: Fiat perde il 19%, Lancia il 24% e Alfa Romeo il 12%. In controtendenza i principali rivali, con Volkswagen in crescita (+3%), Toyota (+17%), Volvo (+32%) e Mitsubishi (+44%).
In conclusione, i numeri dimostrano che il mercato auto europeo ed italiano non è in crisi, ma è in piena trasformazione. Il crollo di alcuni gruppi come Stellantis è legato più a scelte strategiche sbagliate che a un calo generalizzato della domanda.
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