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Crisi automotive: il colosso tedesco è cotretto a ridimensionare

Le difficoltà del settore continuano e a rischio sono altri 1.800 posti di lavoro. Pesa il clima di incertezza sul futuro dell’auto.
La crisi dell’automotive tedesco si aggrava, con nuove misure di contenimento dei costi e una riduzione della forza lavoro da parte di importanti aziende del settore. L’ultimo annuncio riguarda il taglio di 1.800 posti di lavoro in una delle principali realtà della filiera automobilistica, che ha deciso di avviare un piano di ristrutturazione per far fronte alle difficoltà del mercato globale.
Misure per la riduzione dei costi
L’azienda coinvolta punta a risparmiare 150 milioni di euro, adottando diverse strategie:
- Congelamento delle assunzioni, in particolare per le posizioni con stipendi più elevati;
- Limitazione degli investimenti e del capitale circolante;
- Revisione delle attività in settori meno redditizi.
Queste misure si aggiungono a un piano di ristrutturazione già in corso, che in passato ha avuto impatti anche in Italia con la crisi di Berco. La decisione è legata al calo della domanda in Europa, Nord America e Cina, con ordini scesi del 12% e vendite in flessione del 10% nel trimestre chiuso al 30 settembre.
Incertezza globale e impatto delle politiche protezionistiche
Le difficoltà del settore non dipendono solo dalla flessione della produzione. Anche le politiche commerciali e le nuove barriere doganali stanno creando preoccupazioni. L’instabilità economica globale, unita alla prospettiva di nuovi dazi, sta aggravando il clima di incertezza e frenando gli investimenti.
Crollo della produzione industriale tedesca
Il quadro complessivo dell’economia tedesca risente di questa crisi. Secondo l’Ufficio Federale di Statistica, la produzione industriale di dicembre ha registrato un calo del 2,4% su base mensile, toccando il livello più basso dal maggio 2020. Nel complesso, il 2024 si è chiuso con una flessione annua del 4,5%, con un impatto particolarmente negativo nel settore automobilistico (-10%) e nella produzione di macchinari (-10,5%). Anche le industrie ad alta intensità energetica hanno subito un calo del 3,1%, mentre l’unico settore in crescita è stato quello farmaceutico (+11,6%).

Il piano di ristrutturazione di Thyssenkrupp
L’azienda protagonista di questi tagli è Thyssenkrupp, che ha deciso di intervenire sulla divisione Automotive Technology per contrastare il calo della domanda e l’incertezza del mercato. Secondo il CEO della divisione, Volkmar Dinstuhl, le prospettive del settore restano deboli, con volumi di produzione ancora lontani dai livelli pre-crisi. La società punta a ridurre i costi operativi, mantenendo un assetto più agile per affrontare le sfide del mercato globale.
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