News
Crisi dell’auto, problemi anche per Mercedes: ecco cosa sta succedendo
Anche la Casa dalla stella a tre punte si dibatte tra concorrenza cinese, costi elevati e licenziamenti. In Germania esplodono le proteste.
L’industria automobilistica europea, un tempo colonna portante dell’economia continentale, si trova oggi a fronteggiare una crisi senza precedenti. In Germania, culla delle principali case automobilistiche, la situazione è esplosiva. Le vendite rallentano, i costi crescono e la concorrenza cinese avanza senza sosta. Proteste come quelle di Wolfsburg, sede della Volkswagen, testimoniano il malcontento crescente dei lavoratori, spaventati da possibili chiusure di stabilimenti e migliaia di licenziamenti.
Il piano di tagli della Mercedes preoccupa i sindacati
Tra le aziende più colpite spicca Mercedes, che ha annunciato un piano di tagli miliardari, suscitando preoccupazioni tra i dipendenti e i sindacati. Intanto, Ford ha confermato 4.000 esuberi in Europa, di cui 3.000 in Germania. Le ragioni della crisi sono molteplici: dall’impennata del costo dell’energia al prezzo elevato del lavoro, fino al rallentamento della domanda. La concorrenza cinese, con modelli più economici e competitivi, sembra aver messo in difficoltà i produttori europei, che faticano a mantenere il loro primato.
Il modello tedesco, un tempo sinonimo di efficienza e stabilità, sta mostrando le sue fragilità. Decisioni come la chiusura delle centrali atomiche e il caro energia aggravano il quadro. Inoltre, la rigidità fiscale impedisce di investire in incentivi per sostenere la transizione verso la mobilità elettrica. Il risultato è un settore sempre più sotto pressione, con il rischio concreto di perdere terreno rispetto ai concorrenti asiatici e americani.
La crisi dell’auto non è solo tedesca, ma europea. Richiede risposte rapide e coordinate a livello continentale. Senza interventi strutturali e un rilancio delle politiche industriali, il rischio di deindustrializzazione è reale. Il settore, cruciale per l’economia e l’occupazione, necessita di strategie innovative per affrontare la transizione ecologica senza lasciare indietro migliaia di lavoratori. Bruxelles è chiamata a intervenire per salvaguardare una delle industrie più importanti d’Europa.
Clicca qui per iscriverti al nostro canale Telegram
Clicca qui per mettere "mi piace" alla nostra pagina Facebook
Riproduzione riservata © - MM