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Colonnine elettriche: la rete italiana cresce ancora
Nel 2022 la rete di colonnine elettriche è ulteriormente cresciuto lungo la penisola italiana, come riportato dallo studio di Motus-E.
Una contraddizione tutta italiana. Mentre le auto a batteria faticano a prendere piede nella nostra penisola, le colonnine elettriche stanno aumentando in misura considerevole. Lo afferma il report “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia” di Motus-E, giunto alla quarta edizione. Al termine del 2022 erano 36.772 i punti di ricarica, per un più 41 per cento sul 2021. Oltre la metà di essi (il 58 per cento) è concentrato nel Settentrione, mentre la restante parte è ripartita in maniera quasi identica tra il Centro (il 22 per cento) e il Sud e le Isole (il 20 per cento).
La Regione dove sono maggiormente presenti è la Lombardia, con il 16 per cento, pari a 5.971 colonnine elettriche. Seguono Piemonte e Veneto (entrambe con l’11 per cento), Lazio ed Emilia Romagna (con il 10 per cento ciascuna) e Toscana (con l’8 per cento). Riguardo alle città metropolitane comanda Roma (2.751), davanti a Milano (1.927), Torino (1.641), Venezia (1.372) e Firenze (882). In fondo stazionano Messina (298), Cagliari (250) e Reggio Calabria (123).
Le colonnine elettriche nei tratti autostradali erano 496 alla fine del 2022, contro le 118 del 2021, di cui l’85 per cento in corrente continua con potenza superiore ai 42 kW. Eppure, la diffusione poteva essere ancora superiore.
Smentito un preconcetto
Comunque, Motus-E ha desiderato smentire dei preconcetti: “Ogni 100 veicoli elettrici circolanti, infatti, in Italia si contano 21,5 punti di ricarica a uso pubblico, a fronte degli 11,5 della Francia, degli 8,2 della Germania e degli 8,9 del Regno Unito – si legge -. Paesi, questi, in cui nell’ultimo anno le immatricolazioni di auto elettriche sono cresciute rispettivamente del 25,3%, del 32,3% e del 40,1%, a fronte dell’isolato passo indietro italiano (-27,1%).
Lo stesso discorso vale anche quando si restringe il perimetro alle sole ricariche ad alta potenza, che nella Penisola sono 2,6 ogni 100 BEV circolanti, a fronte delle 1,5 di Francia, Germania e Regno Unito. Risulta evidente, quindi, che l’andamento anomalo delle vendite di BEV in Italia non dipenda da fattori infrastrutturali“.
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