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Autovelox non omologati, arriva la svolta: la Cassazione ha deciso
La Cassazione conferma: autovelox non omologati non possono essere utilizzati come prova per le multe. Aperta la strada ai ricorsi da parte dei cittadini. Cosa succede adesso.
La Cassazione ha recentemente ribadito il principio che, per essere valide, le multe emesse attraverso gli Autovelox devono essere supportate da un adeguato processo di omologazione. Con la sentenza n. 12924/2025 del 6 maggio 2025, i giudici hanno stabilito che gli autovelox approvati ma non omologati non possono essere considerati validi ai fini dell’accertamento delle infrazioni al Codice della Strada. Questa pronuncia si inserisce nel lungo dibattito giuridico in corso da decenni sulla differenza tra approvazione e omologazione, che il Ministero dei Trasporti continua a ritenere equivalenti, nonostante le indicazioni della Suprema Corte.
La differenza tra approvazione e omologazione degli autovelox
La Cassazione ha chiarito una volta per tutte che il processo di approvazione non può essere considerato equivalente all’omologazione ministeriale. Secondo i giudici, l’approvazione dell’apparecchio di misurazione della velocità consente al dispositivo di essere utilizzato per scopi generali, come per esempio in contesti statistici o per segnalare la presenza di un pericolo, ma non è sufficiente per giustificare multe o sanzioni.
Infatti, l’omologazione è un processo molto più rigoroso che garantisce la precisione e l’affidabilità del dispositivo in contesti giuridici, come il rilevamento delle infrazioni stradali. La sentenza ha bocciato la circolare ministeriale n. 995/2025 che, basandosi su un parere dell’Avvocatura dello Stato, cercava di equiparare le due procedure. La Cassazione ha dichiarato che tale affermazione non ha fondamento legale e non può influenzare l’interpretazione giuridica delle norme.
Le problematiche legate alla mancanza di omologazione
La ragione per cui questa distinzione è così importante è legata alle conseguenze giuridiche delle infrazioni. Quando un autovelox viene utilizzato per emettere multe, è essenziale che il dispositivo abbia superato un processo di omologazione rigorosa, che include test di funzionamento e verifiche di precisione.
Questo processo garantisce che le sanzioni siano giuste e fondate su misurazioni corrette, evitando l’utilizzo di dispositivi che possano generare errori. Al contrario, l’approvazione, che implica una procedura meno stringente, non è sufficiente a garantire che un autovelox sia conforme agli standard richiesti per infliggere multe, sospensioni della patente o perdite di punti.
Ricorsi e possibilità di annullamento delle multe
La sentenza del 6 maggio 2025 ha aperto la strada a una maggiore possibilità di ricorso da parte dei cittadini multati. Il Codacons ha ricordato che, in base a questa nuova giurisprudenza, è possibile impugnare le multe davanti al Prefetto entro 60 giorni dalla data di contestazione o notifica della violazione, oppure presentare ricorso al giudice di pace entro 30 giorni.
Tuttavia, per le multe già pagate o per quelle per le quali sono scaduti i termini, non è più possibile presentare ricorso. Nonostante il chiaro pronunciamento della Cassazione, molti Comuni continuano a difendere l’utilizzo di Autovelox non omologati, alimentando la discussione su un tema che continua a sollevare dubbi legali e giuridici.
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