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Audi, Bentley e Porsche bloccate negli USA: componenti cinesi prodotti con lavoro forzato?

Volkswagen Group

Volkswagen ha bloccato le consegne di migliaia di modelli negli USA, per un componente prodotto in Cina in violazione delle leggi statunitensi contro lo schiavismo.

Migliaia di vetture dei marchi Audi, Bentley e Porsche risultano bloccate nei porti degli Stati Uniti. Secondo il Financial Times, la causa sarebbe legata alla scoperta al loro interno di “componentistica prodotta in Cina in violazione delle leggi statunitensi contro lo schiavismo”. Il gruppo Volkswagen, a cui fanno capo i tre marchi, avrebbe individuato una componente sospetta all’interno di un’unitĂ  di controllo. La scoperta è avvenuta a metĂ  gennaio e ha portato al blocco delle consegne delle vetture per tutti i mesi di febbraio e marzo. Si stima che siano coinvolte almeno mille Porsche, alcune centinaia di Bentley e diverse migliaia di Audi.

Cosa succede nello Xinjiang?

Il componente incriminato sarebbe stato prodotto in una fabbrica della Cina occidentale, molto probabilmente nello Xinjiang. La regione autonoma è finita più volte nelle cronache internazionali per gli abusi condotti dalle autorità di Pechino ai danni della minoranza etnica uigura. La stessa Volkswagen è stata accusata di violazione dei diritti umani in una fabbrica gestita con la Saic a Urumqi, capoluogo dello Xinjiang.

Gli Stati Uniti hanno leggi specifiche che proibiscono l’importazione di prodotti frutto del lavoro forzato. Il Uyghur Forced Labor Prevention Act, approvato nel 2020, vieta l’importazione di beni provenienti dallo Xinjiang a meno che le aziende non dimostrino che non sono stati realizzati con lavoro forzato.

Volkswagen avvia le indagini

Volkswagen ha risposto alle accuse del Financial Times sottolineando di “prendere molto sul serio le accuse di violazioni dei diritti umani”. L’azienda ha avviato un’indagine e ha dichiarato che “chiarirĂ  i fatti e poi adotterĂ  le misure appropriate”. Tra queste, la possibile chiusura di tutti i legami contrattuali con il fornitore in caso di conferma di “gravi violazioni”. La vicenda ha sollevato nuove preoccupazioni sulle violazioni dei diritti umani in Cina e sulla complicitĂ  delle aziende occidentali. La Volkswagen non è l’unica azienda ad essere stata accusata di utilizzare lavoro forzato nella sua catena di approvvigionamento.

Cosa succederĂ  ora? Le indagini di Volkswagen sono in corso e l’azienda dovrĂ  decidere se continuare a lavorare con il fornitore cinese. Le autoritĂ  americane stanno monitorando la situazione e potrebbero decidere di imporre sanzioni al Gruppo Volkswagen.


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Riproduzione riservata © - MM

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