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Ritardi consegne: la situazione non si risolverà nel breve periodo
Il problema dei ritardi di consegne non si risolveranno nel breve periodo, ma potrebbero andare avanti fino a tutto il prossimo anno.
Nel corso degli ultimi mesi, per ragioni anche non attribuibili direttamente all’industria delle quattro ruote, si sono ravvisati dei significativi ritardi di consegne da parte delle Case automobilistiche. Se nel caso di certi marchi si è trattato giusto di lasciare passare alcune settimane, per altri sono serviti più tempo, fino addirittura a quasi un anno. Inoltre, il mercato dell’usato ha subito un continuo ritocco dei prezzi verso l’alto, sotto forma di una risposta diretta all’assenza di nuove macchine.
La situazione è forse in miglioramento. Tuttavia, per stabilirlo occorrerà pazientare. Stando alle rilevazioni compiute dalla società di consulenza Arthur D Little, la crisi rischia di andare avanti per l’intero 2023 a causa, tanto per cambiare, dei microchip.
I produttori dei veicoli sono andati incontro a una complicata ripresa dopo l’emergenza sanitaria da Coronavirus, inclusi blocchi, distanziamento sociale e una combinazione di incendi negli stabilimenti, condizioni meteo estreme e la guerra scoppiata in Ucraina. Ogni fattore ha sortito delle ripercussioni sul regolare svolgimento dell’attività per cablaggi e semiconduttori.
Ridotti pure gli sconti per le flotte
Wolf-Dieter Hoppe, partner di Arthur D Little focalizzato sul settore dei motori, ha sottolineato come, data la capacità limitativa, le compagnie stiano dando la priorità ai modelli più redditizi (solitamente di lusso) e ai canali di vendita, riducendo pure gli sconti, di cui le flotte hanno solitamente giovato.
“Abbiamo visto che il prezzo medio dei veicoli è aumentato di oltre il 10% nell’ultimo anno [e questa] è una tendenza coerente tra i marchi [e] tutti i segmenti – ha dichiarato Hopper –. [I gestori della flotta] devono affrontare due problemi: uno, ottenere i veicoli [di cui] hanno bisogno, e secondo, il costo è aumentato in modo significativo“.
Una soluzione a stretto giro, purtroppo, non esiste. I complessi adibiti alla realizzazione di semiconduttori richiedono “fino a tre anni” per essere costruiti, il conflitto in Ucraina continua e i rapporti sempre più tesi tra Cina e Taiwan costituiscono il “rischio più grande”. Difatti, circa il 90 per cento dei microchip più avanzati proviene da Taiwan.
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