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Energie rinnovabili: decarbonizzazione entro il 2035
I Paesi del G7 hanno concordato la decarbonizzazione entro il 2035, ma l’Italia si muoverà ancora più velocemente sulle energie rinnovabili.
Il tema delle energie rinnovabili è quantomai attuale, specialmente in un periodo dove i prezzi dell’energia sono lievitati a causa della guerra scoppiata in Ucraina. In proposito, negli scorsi giorni i ministri del clima, dell’ambiente e dell’energia dei Paesi del G7 hanno concordato una serie di misure per porre fine all’utilizzo del carbone e promuovere il ricorso a soluzioni alternative, meno impattanti sull’ambiente. Dunque, i Governi di Italia, Germania, Francia, Regno Unito, USA, Canada e Giappone hanno gettato le basi per accelerare il processo ecologico.
I membri del G7 hanno poi stabilito di cessare i finanziamenti alle centrali termoelettriche a carbone e gas all’estero entro la fine del 2022. A ogni modo, sono ammesse delle eccezioni, purché entro la soglia di 1,5 °C e con gli obiettivi dell’accordo di Parigi.
Altrettanto significativa la decisione delle autorità di decarbonizzare la prevalenza della produzione elettrica entro il 2035 e dei trasporti su strada entro il 2030. La deadline fissata per l’aviazione civile e il settore marittimo è, invece, fissata al 2050. Gli Stati del G7 si adopereranno poi alla edificazione di complessi a zero emissioni per il 2030 o prima.
Entro il 2025, i ministri si sono impegnati a raddoppiare gli aiuti economici per i Paesi in via di sviluppo affinché si allontanino dai combustibili più inquinanti come il carbone. Con specifico riferimento all’Italia, il target è di abbandonare il carbone per la produzione di energia nel giro di tre anni.
Cingolani soddisfatti dall’esito del summit
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato: E’ stata una discussione estremamente densa e ne esce un comunicato buono, totalmente condiviso, che rappresenta un passo avanti rispetto al G20 dell’anno scorso, rispetto all’ultimo G7 e alla Cop 26. Ricordiamoci sempre che sono eventi internazionali, dove non possono esserci stravolgimenti da una puntata alla successiva, ma direi che è uscito un lavoro di concertazione molto buono e possiamo essere molto soddisfatti. E’ importante la connessione evidente fra politica estera e politica climatica”.
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