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Tesla in caduta libera: crolla il gradimento, esplode il caso FSD, Musk rompe con Trump

L’azienda affronta una crisi d’immagine: gli incidenti con la guida autonoma e lo scontro di Musk con Trump ne minano la reputazione. I rivali avanzano.
Tesla sta vivendo uno dei momenti più critici della sua storia recente, stretto tra un’ondata di polemiche sulla sicurezza della guida autonoma e le conseguenze politiche dell’ultima mossa del suo fondatore. La decisione di Elon Musk di lanciare un nuovo soggetto politico, l’“America Party”, ha scatenato un terremoto istituzionale che rischia di ripercuotersi in modo drammatico anche sull’immagine del marchio.
Secondo un’indagine EVIR, l’azienda ha perso 27 punti netti di gradimento e l’intenzione d’acquisto è crollata del 32%, un calo che evidenzia la crescente disaffezione del pubblico nei confronti di un marchio una volta percepito come pionieristico. Oggi, invece, Tesla viene sempre più spesso associata a instabilità e polarizzazione ideologica.
Guida autonoma sotto accusa: il caso FSD fa tremare Tesla
A rendere ancora più difficile la situazione per Tesla, è l’ennesimo incidente mortale collegato al sistema di Full Self-Driving (FSD), già da tempo nel mirino di critici ed esperti. La scelta di affidarsi esclusivamente a telecamere, evitando l’integrazione di sensori radar e LIDAR, è sempre stata difesa da Musk come una via più “umana” alla guida autonoma. Tuttavia, i fatti recenti sembrano aver dato ragione ai detrattori. Il malcontento è palpabile: il 48% degli americani chiede ora la sospensione immediata del sistema FSD, mentre il 49% pretende l’introduzione obbligatoria di tecnologie supplementari.
Ancora più clamoroso è il 77% che invoca maggiore trasparenza da parte di Tesla sugli incidenti. Una pressione crescente che potrebbe costringere l’azienda a ripensare completamente la propria architettura hardware, con conseguenze economiche e tecnologiche di enorme portata.

Musk contro Trump: lo scontro che divide l’America (e danneggia Tesla)
Il recente annuncio della fondazione dell’America Party ha sancito la rottura definitiva tra Elon Musk e l’ex alleato Donald Trump. Il presidente non ha usato mezzi termini, definendo la nuova iniziativa “una distrazione ridicola” e accusando Musk di voler imporre un mandato EV nazionale. Quest’ultimo ha smentito con forza, ma la polemica ha ormai preso una piega personale e strategica. I due avevano collaborato in passato, con Musk alla guida del Department of Government Efficiency (DOGE) sotto la prima amministrazione Trump.
Il punto di rottura è arrivato sul piano economico: Musk critica aspramente il “Big Beautiful Bill”, una proposta di Trump che, secondo il CEO, porterebbe a un aumento insostenibile del debito pubblico. In questo contesto, Tesla appare sempre più politicizzata, e ciò nuoce profondamente alla sua immagine globale, mentre concorrenti come Lucid, BYD e Mercedes-Benz consolidano le proprie posizioni sul mercato con strategie più neutre e orientate al prodotto.
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