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Toto Wolff difende Lewis Hamilton: “Dategli tempo”
Il campione inglese affronta la sfida più difficile della sua carriera. Tra adattamento, nuove gerarchie e speranze per il 2026, ecco cosa può succedere.
L’approdo di Lewis Hamilton in Ferrari ha rappresentato uno dei momenti più discussi e attesi nella recente storia della Formula 1. Ma a distanza di mesi dal suo arrivo a Maranello, il sette volte campione del mondo fatica ancora a ritrovare la sua consueta brillantezza. Il passaggio da Mercedes al Cavallino Rampante, avvenuto nei primi mesi del 2023, si sta rivelando più complesso del previsto, nonostante l’entusiasmo iniziale e la determinazione con cui Hamilton ha affrontato questa nuova sfida. “Non darei mai per spacciato Lewis Hamilton”, ha dichiarato Toto Wolff, team principal Mercedes e grande conoscitore del pilota britannico, a testimonianza di una fiducia incrollabile nelle sue capacità.
Un cambiamento radicale
Lasciare un team in cui si è stati per dodici anni non è mai semplice. Hamilton ha dovuto dire addio a un ambiente rodato, a una monoposto che conosceva come le sue tasche, e a un metodo di lavoro che aveva contribuito a plasmare. Con l’arrivo in Ferrari, il britannico si è trovato immerso in una realtà completamente diversa: dalle sessioni al simulatore fino ai test in pista, ogni elemento ha rappresentato un banco di prova.
Le prime difficoltà sono emerse subito, in particolare durante il weekend in Australia, dove i limiti della SF-25 sono apparsi evidenti. Ma non è solo la vettura a rappresentare un ostacolo: le differenze tecniche rispetto alla Mercedes, dal comportamento della power unit alla gestione delle gomme, costringono Hamilton a rivedere molte delle sue certezze.
Adattamento difficile, ma non impossibile
Il passaggio alle vetture ad effetto suolo ha ulteriormente complicato la situazione. Hamilton ha perso alcune delle sue armi migliori, come le staccate profonde, che in passato gli avevano permesso di costruire manovre vincenti e momenti memorabili. Alla guida della Mercedes, anche nei momenti difficili, riusciva a spingere oltre il limite. In Ferrari, invece, tutto è diverso.
Solo i chilometri in pista potranno restituirgli quella fiducia necessaria per tornare a essere competitivo. “Cambiare team non significa perdere le proprie qualità”, ha ribadito Wolff. “Serve tempo per adattarsi a un nuovo DNA tecnico e umano”, aggiungendo come l’essere un inglese in un team completamente italiano comporti sfide anche culturali.
Il nodo delle gerarchie e il futuro verso il 2026
Un ulteriore elemento di complessità è rappresentato dalle gerarchie interne. Alla Mercedes, Hamilton godeva di un accesso diretto alle decisioni. In Ferrari, invece, la struttura è più articolata, con più livelli dirigenziali. Lo stesso Nico Rosberg, ex compagno di squadra e rivale di Hamilton, ha sottolineato la differenza tra le due realtà: “In Mercedes Lewis poteva rivolgersi direttamente a Toto Wolff. In Ferrari è tutto più complicato, anche per via della cultura aziendale italiana”.
Nonostante le difficoltà, Hamilton non ha perso la motivazione. Il suo obiettivo è contribuire alla trasformazione della Ferrari, influenzando il team non solo in pista, ma anche a livello organizzativo. La speranza è che il cambio regolamentare del 2026 possa rimescolare le carte in tavola, restituendo a Lewis un’auto all’altezza del suo talento. Solo allora si potrà capire se questa sfida titanica si trasformerà in una delle sue imprese più grandi.
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