Sport
La Ferrari 643 del 1991 di Alesi battuta all’asta per 4 milioni di dollari
La monoposto Ferrari 643 guidata da Jean Alesi nel Campionato del Mondo del 1991 è stata battuta a quasi 4 milioni di dollari.
L’asta organizzata dalla celebre casa RM Sotheby’s a Parigi ha chiuso con cifre monstre. Andata in scena lo scorso 1° febbraio presso lo storico palazzo Les Salles du Carrousel del Louvre, sono stati battuti veri e propri cimeli automobilistici. I collezionisti non ne sono rimasti indifferenti al fascino e per portarseli a casa hanno presentato offerte faraoniche. Nella fattispecie, è stata agguerritissima la competizione per accaparrarsi la Ferrari 643 del 1991.
Tra le 14 rappresentanti del Cavallino Rampante, la fantastica monoposto da Formula 1, con telaio 127 e V12 aspirato, è ancora oggi in condizioni impeccabili. Nel corso del 2022 il valore delle auto di F1 dell’era moderna è lievitato notevolmente. Con la Ferrari 643 del 1991 la tendenza prosegue e arriva a nuovi lidi.
La straordinaria potenza della macchina, guidata in campionato da Jean Alesi, ha richiamato frotte di facoltosi appassionanti. Dopo una serratissima battaglia, alla fine il vincitore si è accaparrato la vettura da gara a un’impressionante cifra di 3,9 milioni di dollari. Il fascino della Ferrari non conosce tempo e, ancora una volta, per averne un pezzo dei gloriosi fasti si è reso necessario sborsare una somma molto elevata.
La Bugatti Chiron Profilee stabilisce un nuovo primato
Eppure, la Ferrari 643 del 1991 non è stato l’oggetto battuto al maggiore prezzo dell’asta. E non di poco margine. Difatti, a presidiare la prima posizione, con un netto divario rispetto ai competitor, è la Bugatti Chiron Profilee. Un bolide unico che, a seguito di un lungo gioco al rialzo, è stata assegnata a un prezzo record di 10.485.000 dollari. Il doppio rispetto alle stime iniziali degli esperti, andando a riscrivere il record assoluto dell’asta di Parigi di RM Sotheby’s. Fra tutti i veicoli messi a disposizione si sono raggiunti i 53,3 milioni di dollari.
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