Sport
La Formula 1 vuole una gara in Ruanda: ma è davvero possibile?
La nuova frontiera del Circus potrebbe essere l’Africa e più precisamente il Ruanda. Vediamo quali sfide comporterebbe.
Nel vasto e velocissimo universo della Formula 1, una nuova frontiera si profila all’orizzonte: l’Africa, e più precisamente il Ruanda. Il continente, finora escluso dal circuito delle gare di F1, potrebbe presto ospitare uno dei Gran Premi più esotici, aprendo un nuovo capitolo nella storia di questo sport ad alta velocità.
Questa prospettiva solleva interrogativi e discussioni, non solo sulla fattibilità tecnica e finanziaria del progetto ma anche sulle sue implicazioni sociali ed economiche.
Allargare l’orizzonte della Formula 1
La Formula 1, governata dalla FIA e promossa da Liberty Media, continua la sua espansione globale con l’obiettivo di includere entro un paio d’anni il continente africano nel suo prestigioso calendario. Il Ruanda, con il suo interesse crescente per lo sport e le recenti sponsorizzazioni statali di club calcistici europei di alto livello, sembra essere il candidato ideale per ospitare un Gran Premio. La visita del Presidente Paul Kagame al Gran Premio di Singapore rivela l’ambizione del Ruanda di trasformarsi nella “Singapore d’Africa”, puntando su eventi globali come la F1 per promuovere il paese e attrarre investimenti.
Le sfide logistiche ed economiche
Dal punto di vista logistico ed economico, il progetto si presenta ricco di sfide. Con un investimento stimato di circa 150 milioni di euro per la realizzazione di un circuito adeguato, che inizialmente potrebbe sfruttare le strutture dell’aeroporto di Kigali, e altre spese significative legate all’ospitalità e alle infrastrutture, il Ruanda si trova davanti ad un compito arduo. Le comparazioni con precedenti candidature africane per la F1 evidenziano la profonda differenza di approccio e investimento necessario per rendere possibile un simile evento.
Oltre lo sport: questioni sociali ed etiche
L’iniziativa della Formula 1 di correre in Ruanda solleva interrogativi non solo economici ma anche sociali ed etici. Nel paese con un reddito pro capite tra i più bassi al mondo, l’impatto economico e sociale di un evento come la F1 potrebbe essere significativo. Stefano Domenicali, figura di spicco del mondo della F1 e presidente di Formula One Group, sottolinea l’intenzione di creare opportunità e lavoro, introducendo un evento mondiale in un continente finora escluso. La visibilità e l’attrazione di investimenti potrebbero effettivamente contribuire allo sviluppo del Ruanda, seguendo esempi di altri paesi che hanno visto miglioramenti significativi grazie alla F1. Da contraltare rimangono sicuramente ostacoli da superare, dai finanziamenti alla sicurezza, per non parlare delle preoccupazioni legate ai diritti umani sollevate da esponenti dell’opposizione ruandese.
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