Sport
F1, Andretti: le trattative non chiuse con Haas ed Alfa Romeo
Il proprietario del team statunitense Andretti ha raccontato i negoziati avviati con entrambi i team, sfumati per ragioni diverse in F1.
Nel corso degli ultimi giorni, il mondo della Formula 1 ha ascoltato la notizia di un possibile ingresso del Team Andretti Global a partire dalla stagione 2024. Con l’ex pilota Michael Andretti, proprietario della squadra e figlio del campione del mondo 1978 Mario. Che entrerebbe dunque nella massima serie come undicesima squadra in griglia.
Ma, prima ancora di avviare questo progetto in corso d’opera, la compagine statunitense aveva aperto anche un’opzione alternativa per poter rilevare una scuderia attualmente presente in F1, avviando una seria trattiva con l’Alfa Romeo nel 2021. Tuttavia, come specificato dallo stesso Andretti junior ad Autosport a ridosso del via al mondiale 2022, l’accordo inizialmente raggiunto è poi saltato definitivamente proprio nella fase finale dell’intesa, facendo sfumare il sogno di un ingresso istantaneo in F1 dalla porta principale.
I tentativi di accordo con gli altri team
Andretti che ricordiamo ha già raggiunto un accordo con Renault per la fornitura della PU dal 2024, ha rivelato le trattative avute in questi anni. “Sembrava uno scherzo, eravamo lì, ed era stato fatto tutto. Avevamo anche un giorno stabilito per firmare ma, due giorni prima, hanno cambiato improvvisamente i termini. Fondamentalmente volevano ancora mantenere il controllo.”
Aggiunge: “A quel punto ho detto che questa cosa non si sarebbe potuta fare, ma loro hanno imposto il diritto di veto su tutto. È stato orribile, ed abbiamo perso un sacco di tempo. Se lo avessimo risparmiato, saremmo stati molto più avanti nelle trattative che stiamo portando avanti ora”.
Ma non solo c’è stato un grande tentativo proprio in questo periodo, Andretti ha comunque riferito di aver tentato un simile approccio anche con Gene Haas, proprietario dell’Haas Team, ma c’è stato il netto rifiuto nonostante la guerra in Ucraina era alle porte al momento dell’offerta, che praticamente ha fatto sparire lo sponsor principale russo dalla macchina: “Gli ho avanzato un’offerta cinque o sei volte – ha detto– ma non aveva intenzione di vendere“.
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