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Toyota: “un mercato di sole elettriche potrebbe non funzionare”
La Toyota continua a esprimere perplessità circa una mobilità solo elettrica in futuro, illustrando le ragioni del suo scetticismo.
Mentre diverse Case automobilistiche si sono ormai rassegnate a interrompere la produzione di vetture endotermiche, Toyota persevera. Il colosso del Sol Levante non è intenzionato a dare loro addio tanto facilmente, ma, al contrario, nutre parecchie perplessità circa la loro effettiva estinzione.
Lo aveva dichiarato Akio Toyoda quando rivestiva la carica di presidente del gruppo motoristico e la filosofia applicata pare essere rimasta invariata, anche dopo l’ascesa al potere del successore, Koji Sato. Una presa di posizione ben precisa, che può apparire sorprendente sotto certi aspetti. In fondo, proprio il Costruttore delle Tre Ellissi ha reso popolare il sistema ibrido, che ormai detta legge in Italia e tanti altri Paesi.
Il completamento della transizione ecologica con l’elettrico potrebbe sembrare il coronamento naturale del percorso avviato, ma non è così. Secondo i piani alti della compagnia è, infatti, necessario garantire alternative nella scelta del sistema di alimentazione, verso l’obiettivo della neutralità carbonica. Si erge a portatore di un approccio trasversale, malgrado la Commissione Europea e non solo abbiano fornito delle indicazioni importanti su come vedono il futuro della mobilità.
I punti carenti
Gill Pratt, Chief Scientist di Toyota, è dell’avviso che mettere i conducenti con le spalle al muro rischi di sortire effetti controproducenti. A causa dell’elevata barriera d’acquisto, il ricambio verrebbe rimandate e, di conseguenza, l’età media del parco circolante lieviterebbe. Pur favorevole agli incentivi, pensa che la soluzione migliore sia quella di non precludersi nessuna possibilità a priori.
“Alla fine, le limitazioni delle risorse finiranno – ha aggiunto -, ma per molti anni non avremo abbastanza materiali per le batterie e risorse per una ricarica rinnovabile per una soluzione solo BEV. I materiali per le batterie e le infrastrutture di ricarica rinnovabili alla fine saranno abbondanti. Ma ci vorranno decenni prima che le miniere di materiale per batterie, gli impianti di generazione di energia rinnovabile, le linee di trasmissione e gli impianti di stoccaggio stagionale dell’energia possano crescere”.
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