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Toyota: “Molte aree del mondo non sono pronte per le elettriche”
La Toyota ha motivato il no al documento del Cop26 per quanto concerne diverse aree del mondo: tanti Paesi sono ancora arretrati.
La Toyota è tra i Costruttori che non hanno siglato l’impegno della Cop26 a interrompere la vendita e la fabbricazione di veicoli endotermici entro il 2040. La Casa automobilistica giapponese ha già motivato il no al documento, ma, interpellata da Reuters, è scesa maggiormente nello specifico. In pratica, stando alla compagnia delle tre ellissi, nel mondo permangono troppe aree non ancora attrezzate allo sviluppo della mobilità elettrica.
“Dove esistono l’energia e l’infrastruttura per la ricarica, le condizioni economiche e la disponibilità del cliente, siamo pronti ad accelerare e a sostenere la transizione con veicoli a emissioni zero appropriati”, ha affermato un portavoce Toyota. “Tuttavia, in molte aree del mondo, come l’Asia, l’Africa, il Medio Oriente, non c’è ancora un contesto operativo adatto a promuovere il trasporto a zero emissioni. Pensiamo che ci vorrà più tempo per fare progressi. Quindi, è difficile per noi impegnarci ora nella dichiarazione congiunta” presentata alla conferenza di Glasgow.
I numeri del 2020
La tesi della Toyota trae fondamento dai numeri. Le elettriche risultano in decisa crescita in Europa, Stati Uniti e Cina. Secondo le rilevazioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, le vendite nel Vecchio Continente hanno raggiunto le 1,365 milioni di unità nel 2020; superando per la prima volta quelle nella terra dei dragoni, ferme a 1,3 milioni, mentre gli USA ne hanno totalizzate 300 mila. A ogni modo, le tre aree geografiche, insieme ad altri Paesi sviluppati (tra cui il Giappone) pesano per più del 90 per cento del complessivo. Diversamente, in Sud America le vendite sono rimaste entro la soglia delle 20 mila elettriche; in Africa sono state poco più di 1.500 e tutte concentrate in Sudafrica.
L’eccessiva disparità tra le varie aree geografiche ha costituito una delle ragioni alla base della mancata adesione pure di altre aziende, come la Volkswagen, convinta sì di un futuro a batteria per il comparto automotive, ma frenata dai ritmi di adozione che variano “da regione a regione”.
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