News
Tesla, rivolta degli operai alla gigafactory di Berlino
Protesta degli operai della Gigafactory Tesla di Berlino, che accendono i riflettori sulle loro condizioni di lavoro e la sicurezza in fabbrica.
Una crepa nel progresso tecnologico si è aperta alla periferia di Berlino, in un luogo simbolo dell’innovazione e dell’ambizione industriale: la gigafactory di Tesla. Recentemente, l’installazione ha fatto titolo, non per un nuovo veicolo elettrico o una tecnologia rivoluzionaria, ma per il crescente malcontento tra le file dei suoi lavoratori. Questi ultimi, secondo quanto riportato da fonti sindacali e media locali, cominciano a chiedere con forza “un lavoro sicuro ed equo”.
Il baluardo della rivolta: sit-in e rivendicazioni
Nella notte tra l’8 e il 9 ottobre, l’eco di un sit-in, organizzato e caldeggiato dalla nota sigla sindacale IG Metall, ha attraversato i confini della struttura industriale, coinvolgendo oltre mille operai. Indossando magliette come vessillo delle loro rivendicazioni, gli operai hanno manifestato non solo per se stessi, ma anche per gettare luce su una problematica che sta, gradualmente, erodendo l’immagine dell’azienda di Elon Musk.
Problemi sottovalutati
I semi del dissenso, alimentati da una serie di problematiche internamente alla gigafactory, erano già stati palesati in un reportage della rivista Stern. Questo, unito alle dichiarazioni dell’IG Metall, evidenzia una realtà aziendale segnata da “ritmi insostenibili”, “carenze di personale”, e un allarmante numero di richieste di giorni di malattia. Le lamentele si estendono anche alle condizioni di sicurezza degli operai, con incidenti segnalati come “superiore alla media” degli stabilimenti industriali tedeschi.
Il dato relativo agli interventi di emergenza – ben 247 tra ambulanze ed elicotteri da quando la fabbrica è stata inaugurata – esprime un quadro inquietante, soprattutto se correlato al numero di impiegati, circostante gli 11 mila. Parallelamente, l’ombra di 26 incidenti ambientali, tra incendi e fuoriuscite di sostanze pericolose, nonostante siano stati classificati come “malfunzionamenti operativi nei limiti della norma” dall’Agenzia statale per l’ambiente del Brandeburgo, proietta ulteriori dubbi sulla gestione della sicurezza e dell’ambiente all’interno dell’impianto.
Clicca qui per iscriverti al nostro canale Telegram
Clicca qui per mettere "mi piace" alla nostra pagina Facebook
Riproduzione riservata © - MM