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Targhe estere, libero uso in Italia: entrate fiscali a rischio
Dal 21 marzo circolare lungo le strade italiane con targhe estere è assolutamente legale, in conformità alle direttive europee.
Qualora gli incentivi auto assegnati dal Governo non coinvolgessero le aziende, in Italia potrebbero emergere dei grossi disagi. Il discorso non verterebbe unicamente sul mercato delle quattro ruote, bensì pure sul livello di entrate per l’Agenzia delle Entrate. Ciò poiché tante compagnie potrebbero assumere dei provvedimenti, decidendo di circolare con targhe estere. Difatti, dal 21 marzo è per chiunque pienamente legale provvedervi senza nessun vincolo, a patto di registrare il mezzo e di tenere un documento a bordo.
In tale direzione c’è una commistione di fattori, come la mancanza di materie prime e semiconduttori provocata dall’emergenza epidemiologica e dal conflitto bellico. Al contrario, non pare un problema il divieto di piena detraibilità dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) che si protrae da decenni.
Insomma, le varie novità legislative ed eventi precedentemente impensabili hanno condotto alla situazione in cui versiamo ora.
Il cambio di legislazione
In buona sostanza, si è passati da un divieto di circolare lungo il territorio nazionale su mezzi dotati di targa estera per chi da più di 60 giorni abbia residenza in Italia all’onere di immatricolare il relativo mezzo con targa italiana (art. 93-bis) entro un trimestre. Chiunque fosse residente da prima del 1° febbraio è obbligato a mettersi in regola dal 1° maggio, secondo la circolare 9868U/2022 emanata il 23 marzo dalla direzione centrale Specialità della Polizia.
L’elemento determinante sta nel fatto che, nel regime entrato in vigore, l’immatricolazione nella nostra penisola è possibile evitarla solo se il guidatore con residenza in Italia non coincide col proprietario, il quale è essenziale che sia residente all’estero.
Nella fattispecie, la normativa viene rispettata tenendo a bordo un documento con data certa sottoscritto dal proprietario, in cui attesta a che titolo e per quanto tempo il conducente ha diritto ad avvalersi del mezzo. Qualora esso superi “un periodo di 30 giorni, anche non continuativi, nell’anno solare”, titolo e durata dell’impiego occorre registrarli in un differente archivio, amministrato dal Pra, vale a dire il Reve.
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