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Stellantis: patteggiamento per le emissioni diesel
Stellantis patteggia con le autorità di Washington per l’accusa di aver manipolato i dati sulle emissioni dei veicoli diesel.
Il celeberrimo dieselgate è stato un evento spartiacque nell’industria dei motori a livello mondiale. Da quel momento in poi i conducenti hanno aumentato sensibilmente il grado di diffidenza nei confronti dei Costruttori. Le conseguenze di uno dei maggiori scandali dell’automotive porta ancora oggi ripercussioni. Negli USA Stellantis, colosso nato dalla fusione tra Fiat Chrysler e Peugeot Groupe, ha appena raggiunto un accordo circa la causa penale sulle emissioni diesel. Il conglomerato italo francese aveva ereditato da Fca l’accusa di aver “truccato” i dati inerenti alle emissioni dei veicoli con tale tipo di carburante.
Lo scontro legale si era aperto cinque anni fa, su iniziativa del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, inerente alle emissioni di oltre 100 mila esemplari a gasolio. Secondo quanto raccolto dall’agenzia di stampa Reuters, la filiale nordamericana di Stellantis sarebbe convenuta a un patteggiamento con le autorità di Washington. Come spesso succede in tali circostanze, il colosso industriale ha preferito mettere una pietra sopra la disputa, nello specifico partita dalle accuse dell’Epa, così non trascinare il processo troppo a lungo.
Le sanzioni
Il capo d’imputazione si è basato sulla presunta implementazione di apparecchi non leciti per manipolare le emissioni. La sanzione comminata al gruppo industriale dovrebbe attestarsi sui 300 milioni di dollari. Un esborso economico importante, ma comunque sostenibile da Stellantisin maniera piuttosto serena.
La battaglia legale ha seguito quella civile, con un’intesa ottenuta già nel 2019 con il pagamento di 800 milioni di dollari. All’epoca le vicende erano gestite da Fca Us. La società automobilistica non ha mai ammesso la sua colpevolezza.
Secondo la ricostruzione dell’Epa (agenzia ambientale statunitense), il comportamento illegale riguardava vetture diesel fabbricate da Jeep e Ram a partire dal 2014, tutti con propulsori turbodiesel V6 tre litri.
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