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Stellantis: “il motore endotermico andrà a morire già nel 2027”
Per Stellantis il motore endotermico potrebbe avere vita più breve rispetto a quanto inizialmente prospettato, uscendo di scena nel 2027.
Qualora non arrivassero dei cambiamenti nelle politiche, il 2035 costituirà un anno di svolta per il comparto delle quattro ruote europeo poiché toccherà congedare le auto endotermiche, in quanto non saranno più disponibili in commercio. Stellantis mira a un ruolo da protagonista nella transizione elettrica in corso d’opera.
Secondo quanto riferisce Davide Mele, senior vice president Corporate affairs di Stellantis Italia, il conglomerato italo francese mira a esercitare un ruolo da leader e anticipare l’obiettivo dal 2035 al 2030. Del resto, è arcinoto il piano Dare Forward 2030, illustrato da Carlos Tavares, ad del gruppo, lo scorso marzo.
Pensionamento anticipato
Stando al dirigente di Stellantis, intervenuto in occasione di un incontro nell’ambito del congresso nazionale della Uilm, addirittura il 2027 il propulsore endotermico potrebbe andare in pensione definitiva. Ciò poiché la nuova normativa Euro 7, tuttora oggetto di accesi dibattiti tra le operatori della filiera, è considerata troppo vincolante e severa.
“Abbracciamo la transizione ma non dimentichiamo che c’è una legislazione euro 7 che obbliga le aziende ad investire nel motore endotermico che nel 2035 va a morire. Quindi, se guardiamo effettivamente i ragionamenti che stiamo facendo, in realtà il 2027 sarà già un anno in cui il motore endotermico andrà a morire”, ha spiegato Mele.
Di conseguenza, Stellantis chiede una revisione della normativa Euro 7. Ad avviso di Mele, il tema della transizione è stato affrontato nella maniera sbagliata. Comunque sia, il colosso dei motori, frutto della fusione tra FCA e PSA, intende puntare dritto all’elettrificazione, anticipando le direttive fissate dall’Unione Europea. Un progetto, comunque, non privo di rischi, poiché prevede cospicui investimenti economici.
“Stellantis vuole giocare la sfida da vincitori, costruendo un’auto pulita, sicura, connessa e accessibile – ha osservato Mele –. I costi di questa trasformazione tecnologica sono elevati, il 50% in più a parità di segmento, e per affrontare questa sfida vengono richiesti enormi investimenti”.
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