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Stellantis, clamoroso: Tavares si è dimesso
L’amministratore delegato lascia Stellantis tra polemiche e sfide. Elkann guiderà la transizione. Politica e sindacati chiedono chiarezza sul futuro del gruppo.
Carlos Tavares, artefice della fusione tra PSA e FCA nel 2020 e amministratore delegato di Stellantis, lascia il gruppo con tre anni di anticipo rispetto al termine del mandato. La decisione, presa all’unanimità dal consiglio di amministrazione, è arrivata a sorpresa. Il processo per scegliere un nuovo CEO è già avviato, ma l’azienda non intende affrettare i tempi, puntando a una nomina entro metà 2025. Nel frattempo, un comitato esecutivo guidato da John Elkann assicurerà la continuità strategica. Tavares lascia un’eredità complessa, con divergenze emerse di recente tra il manager e il consiglio, soprattutto su questioni legate alla crisi delle vendite negli Stati Uniti e ai rapporti con governi e sindacati.
Le divergenze e le difficoltà interne
Henri de Castries, consigliere indipendente di Stellantis, ha confermato che divergenze tra Tavares e il consiglio hanno portato alla decisione dell’addio. Negli ultimi mesi, la gestione dell’AD ha suscitato critiche: politiche giudicate troppo aggressive, malumori tra i manager e scontri con istituzioni e sindacati. Tra i problemi principali, le difficoltà del mercato nordamericano e il malcontento per le delocalizzazioni e il ricorso agli ammortizzatori sociali. La posizione del manager è stata ulteriormente indebolita da un confronto teso in Parlamento italiano sulle prospettive industriali di Stellantis.
Le reazioni del mondo politico e sindacale
Le dimissioni di Tavares hanno suscitato reazioni variegate. Esponenti politici come Carlo Calenda e Antonio Misiani hanno chiesto a Elkann di presentare un piano chiaro per il futuro di Stellantis e il settore automotive. Anche il sindacato Fim-Cisl ha sottolineato l’urgenza di una nuova guida capace di garantire investimenti strategici, sviluppo tecnologico e salvaguardia dell’occupazione in Italia. Il Movimento 5 Stelle e altre forze politiche hanno ribadito la necessità di maggiore trasparenza e dialogo tra azienda e istituzioni.
L’uscita di Tavares segna un punto di svolta per Stellantis, ma pone interrogativi cruciali sul futuro del gruppo. La scelta del nuovo amministratore delegato sarà decisiva per affrontare una crisi che ha colpito duramente il settore automobilistico europeo. Investimenti in nuove piattaforme produttive, garanzie per gli stabilimenti italiani e una gestione più bilanciata tra profitti e sostenibilità sociale sono richieste chiave avanzate da politica e sindacati. Elkann, intanto, è chiamato a guidare il gruppo in una fase di transizione critica, con l’obiettivo di rilanciare Stellantis sul mercato globale.
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