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Si pensa a un inaspettato asse Cina-Europa contro i dazi di Trump?

Pechino è la più colpita dalla scure dei dazi e cerca nuovi partner commerciali, provando a trovare un’intesa con Bruxelles.
Nel clima d’incertezza generato dalle politiche commerciali di Donald Trump, una nuova geografia degli scambi globali potrebbe prendere forma. Al centro, non più gli Stati Uniti, bensì l’asse Cina–Unione Europea, che potrebbe reagire al neo-protezionismo americano con un rilancio del dialogo e della cooperazione. Mentre la Casa Bianca sospende per 90 giorni i cosiddetti “dazi reciproci” e contemporaneamente inasprisce le tariffe sulla Cina, Pechino si è mossa rapidamente per provare a rafforzare i rapporti con Bruxelles e difendere le regole del commercio multilaterale.
La Cina tende la mano all’Europa
Poche ore prima della sospensione dei dazi annunciata da Trump, il ministro cinese del Commercio Wang Wentao ha avuto un colloquio telefonico con il vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic. Secondo la nota ufficiale di Pechino, i due hanno avuto uno “scambio di opinioni approfondito e franco” su vari temi: dal rafforzamento della cooperazione economica alla risposta condivisa alle tariffe USA.
La diplomazia cinese si è mossa con tempismo, coinvolgendo anche il premier Li Qiang, che ha parlato direttamente con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Il messaggio è chiaro: la Cina vuole approfondire i legami economici con l’Europa, avviare negoziati sull’accesso al mercato e discutere nuove regole per la cooperazione industriale, in particolare nell’automotive elettrico. Che poi cooperazione per la Cina si traduce in invasione dei loro prodotti in Europa, come già sta succedendo grazie alla politica suicida di Bruxelles del Green Deal.
Un nuovo asse commerciale in risposta al protezionismo
Il rafforzamento dei legami tra Cina e Ue appare come una risposta diretta all’imposizione delle nuove tariffe statunitensi. Pechino ha duramente criticato i “dazi reciproci” di Trump, definiti una violazione delle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Wang Wentao ha ribadito che la Cina è disposta al negoziato, ma pronta a difendersi se provocata. Intanto, anche con l’ASEAN, la Cina ha intensificato i contatti diplomatici per contrastare le misure americane.
Dal canto suo, l’Unione Europea si mostra sempre più favorevole a un commercio aperto e regolato, e ribadisce il suo impegno per una riforma multilaterale del sistema commerciale globale. L’idea di fondo è chiara: creare nuove alleanze per contrastare l’instabilità generata dall’unilateralismo statunitense. Resta però forte il dubbio su quale potrebbe essere il vantaggio per l’Europa di un’eventuale rafforzamento dell’asse con Pechino, visto che, in tema di dazi, proprio l’UE ha avviato questa politica mesi fa colpendo le auto made in China per difendersi (tardivamente) da una concorrenza giudicata sleale, perchè dopata dai sussidi governativi.

L’Europa sospende le contromisure e rilancia il dialogo
La presidente von der Leyen, pur criticando l’impatto negativo delle tariffe sul commercio e sulla catena di approvvigionamento globale, ha accolto con favore la “pausa di 90 giorni” annunciata da Trump, definendola un’opportunità per rilanciare i negoziati. L’obiettivo della Commissione resta quello di raggiungere un accordo “zero-tariff, zero-barrier” con Washington, ma non a qualsiasi prezzo.
Bruxelles ha quindi annunciato la sospensione temporanea delle proprie contromisure, già approvate dagli Stati membri, per dare spazio alla diplomazia. Tuttavia, von der Leyen ha chiarito che tutte le opzioni restano sul tavolo e i preparativi per eventuali ritorsioni proseguiranno. Nel frattempo, l’UE intensificherà i negoziati con partner che rappresentano l’87% del commercio globale, puntando alla diversificazione e alla resilienza del mercato unico.
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