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Renault H1st Vision: il primo progetto con Software République
Nasce la Renault H1st Vision, il primo progetto con Software République, dove l’uomo viene messo al primo posto.
Definirla concept car è quasi riduttivo, semmai chiamiamolo laboratorio in movimento. Renault mostra la prima vettura basata sulla piattaforma di “open innovation” Software République, assegnandole il nome di H1st Vision. Apparentemente senza significato, l’acronimo H1st cela il principio stesso al centro del progetto, visto che sta per Human First. Dunque, al di là dell’alimentazione elettrica, il veicolo guarda al domani pure in termini di tecnologie implementate. Così facendo, la compagnia si prefigge di mostrare una “visione, incentrata sull’uomo, della mobilità del futuro”.
Di conseguenza, le parti coinvolte nel progetto si sono adoperate a integrare la bellezza di 20 nuove soluzioni “concrete e operative”. Nella fase dello sviluppo hanno esercitato un ruolo chiave tutti i partner addetti a occuparsi del pianale, tra cui Atos (Information Technology), Dassault Systèmes (software di progettazione), Orange (telecomunicazioni), STMicroelectronics (semiconduttori) e Thales (elettronica per difesa e aerospazio).
Inoltre, hanno messo a disposizione il loro talento e competenze specifiche delle start-up, di cui probabilmente sentiremo sempre più parlare in futuro, quali: Arkamys, Compredict, Epicnpoc, Eyelights, Kardome, Stern Tech e JCDecaux. Nella progettazione gli autori del modello hanno dato vita pure a una replica virtuale. Così facendo, hanno avuto l’opportunità di testare in un universo digitale la reazione della macchina ai vari casi d’uso nel mondo reale.
Le tecnologie
Tra le tecnologie di maggior richiamo figura pure l’autenticazione visiva, che permette di salire a bordo semplicemente creando un profilo su dispositivo mobile. Inoltre, l’abitacolo accoglie ulteriori dotazioni uniche, tipo l’impianto hi-fi con 16 altoparlanti, pensato allo scopo di permettere un’esperienza “sonora immersiva” al conducente e ai passeggeri, elevare la qualità di riproduzione e garantire una “perfetta localizzazione della trasmissione e della ricezione dei suoni”. Inoltre, non manca nemmeno l’NFT, dove viene registrato lo “stato di salute” del mezzo.
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