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Renault: paga l’uscita dalla Russia, ma torna a distribuire dividendi
Nel 2022 il gruppo Renault ha risentito della chiusura delle sue attività in Russia. Ma dopo tre anni è tornata a distribuire dividendi.
Il 2022 termina in segno negativo per Renault, che paga principalmente la chiusura delle attività in Russia, dopo lo scoppio del conflitto bellico tra il Paese di Vladimir Putin e l’Ucraina. Comunque, la ricrescita dovrebbe avvenire presto, già nel corso del 2023. Così segnalano le stime effettuate dagli analisti del gruppo francese.
Il risultato netto è stata di 700 milioni di euro, dettato da 2,32 milioni in meno per le attività cessate, a fronte di 1,62 miliardi per le operazioni condotte. Il conglomerato della Losanga ha chiuso con un passivo di 338 milioni. Eppure, a dispetto delle difficoltà incontrate lungo il cammino, a causa delle contingenze esterne, il fatturato è stato superiore dell’11,4 per cento, pari a 46,4 miliardi.
Sebbene fosse preventivato uno sviluppo del 5 per cento, il margine operativo è andato oltre i valori paventati, con un incremento del 5,6 per cento, pari a 1,4 miliardi di euro rispetto all’anno precedente. Per il 2023 dovrebbe arrivare al 6 per cento. Dopo tre anni, Renault è, inoltre, tornata a distribuire dei dividendi sugli utili, di 0,25 euro ad azione.
Promesse mantenute
L’amministratore delegato Luca De Meo ha commentato: “Il 2022 ha più che mantenuto le sue promesse: con risultati che hanno superato gli obiettivi iniziali e le aspettative del mercato, concludiamo la fase ‘Resurrection’ con tre anni di anticipo. Questa performance rispecchia tutta l’energia e l’impegno dei team del gruppo Renault, sebbene abbiamo dovuto far fronte ai forti venti contrari della cessione dell’attività in Russia, della crisi dei semiconduttori e dell’inflazione dei costi.
I principi fondamentali del gruppo sono stati risanati a fondo e non torneremo indietro. Lo dimostrano le prospettive finanziarie del 2023 e il ripristino dei dividendi. Inoltre, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo di ridurre del 25% la carbon footprint nel mondo dal 2010″.
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