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Progetto segreto Mercedes, perché non ha mai visto la luce: sarebbe stato la svolta

Negli anni ’60, Mercedes-Benz era alla ricerca di nuove soluzioni per alimentare le proprie vetture sportive.
Quando si parla di motori rotativi Wankel, il pensiero corre inevitabilmente a Mazda, il marchio giapponese che ha saputo cavalcare l’onda di questa tecnologia innovativa a partire dagli anni ’60. Modelli iconici come l’RX-7 e l’RX-8 hanno contribuito a rendere il motore rotativo un simbolo di prestazioni e originalità. Tuttavia, pochi sanno che anche Mercedes-Benz, un colosso dell’industria automobilistica, ha esplorato la possibilità di utilizzare motori rotativi Wankel, sviluppando un programma ambizioso che, alla fine, venne abbandonato.
Negli anni ’60, Mercedes-Benz era alla ricerca di nuove soluzioni per alimentare le proprie vetture sportive. La scoperta del motore Wankel, originariamente concepito da Felix Wankel negli anni ’20, suscitò grande interesse all’interno della casa tedesca. Nel 1969, Mercedes avviò ufficialmente lo sviluppo del motore rotativo Wankel, denominato “M 950“. Questo motore fu progettato in configurazioni a tre e quattro rotori, con potenze che arrivavano fino a 349 cavalli. Tuttavia, nonostante le sue potenzialità, il programma si rivelò problematico e alla fine fu cancellato nel 1970.
Lo sviluppo del M 950 e il concept C 111
Il primo motore sperimentale a rotori, il tri-rotore, iniziò a essere utilizzato nel 1969, accompagnato da una concept car innovativa, il C 111. Questo modello, caratterizzato da un design aerodinamico e futuristico, rappresentava un esperimento per diverse tecnologie emergenti, inclusa la sospensione indipendente e l’uso di materiali leggeri come la fibra di vetro. Il C 111, con la sua forma a cuneo e fari a scomparsa, rifletteva le tendenze stilistiche dell’epoca, prendendo ispirazione dalle supercar italiane.

Il motore a tre rotori presentava una cilindrata di circa 3,6 litri e riusciva a generare circa 280 cavalli, permettendo al C 111 di raggiungere una velocità massima di 162 mph. Tuttavia, la vera sorpresa arrivò con l’iterazione a quattro rotori: questo motore, con una cilindrata di circa 4,8 litri, era capace di erogare fino a 349 cavalli e raggiungere una velocità massima di 186 mph, un traguardo impressionante per un’auto sperimentale di quel periodo.
Nonostante la potenza e le prestazioni promettenti, il motore Wankel M 950 si dimostrò inaffidabile. Problemi di funzionamento e frequenti guasti caratterizzarono i primi test, generando dubbi sulla fattibilità di un eventuale sviluppo commerciale. Questo rappresentò un duro colpo per Mercedes, che aveva investito considerevoli risorse nella ricerca e sviluppo del motore. La divisione Wankel, guidata da Wolf-Dieter Bensinger, si trovò a fronteggiare un dilemma: continuare a investire in un progetto che mostrava segni di debolezza, o abbandonarlo per concentrarsi su tecnologie più tradizionali.
Nel 1972, le speranze di una produzione di massa di un motore a due rotori svanirono, e l’azienda decise di interrompere definitivamente il programma nel 1976. La mancanza di finanziamenti e il rischio di insuccesso commerciale furono determinanti. Tuttavia, nonostante il programma sia stato considerato un fallimento, il C 111 non fu solo un banco di prova per il motore Wankel, ma contribuì anche allo sviluppo di tecnologie innovative che avrebbero trovato applicazione nelle auto Mercedes degli anni successivi.
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