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Auto e taxi volanti, Porsche: “Mercato da 65 miliardi di dollari”
Porsche partecipa al business della mobilità verticale, i cui risultati potrebbero vedersi ben prima di quanto è lecito immaginarsi.
Auto e taxi volanti fanno tanto Ritorno al futuro, il popolare franchise cinematografico firmato Robert Zemeckis. Eppure, quella che era una semplice fantasia potrebbe un giorno diventare realtà. Nell’ultimo quadriennio si sono destinati oltre 6 miliardi di dollari ai progetti di mobilità verticale, i primi prototipi hanno spiccato il volo nei test sperimentali e sono stati presentati più di 200 veicoli elettrici a decollo e atterraggio verticale. Un business da 65 miliardi di dollari, che ha richiamato l’interesse di Porsche.
Il primo volo potrebbe avvenire nel 2025 dall’aeroporto di Roma e da Torino, mentre nell’anno successivo il servizio potrebbe essere attivato pure tra Milano e Cortina. Sul settore fa il punto The Economics of Vertical Mobility, studio presentato in anteprima da Porsche Consulting al Vtm, il raduno internazionale incentrato sull’innovazione nella mobilità.
Per garantire a chiunque l’opportunità di salire su un aerotaxi con la stessa facilità con cui chiamiamo oggi un taxi – evidenzia il report – è necessaria una rete globale di oltre 15 mila eVTOL in più di 30 città. Il servizio potrebbe essere reso disponibile a un prezzo competitivo, vicino a una corsa in taxi – dall’aeroporto di Torino alle Officine Grandi Riparazioni servirebbero 4 minuti, a fronte di una tariffa di 44 euro – portando il ricorso giornaliero a più di mezzo milione di persone.
eVTOL come gli attuali taxi
“Sebbene la mobilità verticale nel 2035 sarà ancora una piccola parte dei modi con cui ci sposteremo, è fondamentale far sì che questo settore sia rilevante sia dal punto di vista economico che sociale – spiega Josef Nierling, ad di Porsche Consulting – dobbiamo raggiungere una scala tale da permettere a tutti di utilizzare gli eVTOL in città come oggi si utilizza un taxi.
Solo così possiamo ottenere benefici individuali, come il risparmio di tempo negli spostamenti superiori ai 15 km, e sociali, come il supporto a persone più anziane o con disabilità. In Italia la componentistica automotive potrebbe beneficiare dello sviluppo della mobilità verticale, in particolare quei produttori che hanno già intrapreso il percorso di trasformazione come fornitori della mobilità elettrica, inclusa l’infrastruttura di ricarica, così come di chi sviluppa tecnologie nella guida autonoma”.
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