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NIO crolla: pesano le restrizioni anti-Covid in Cina
Gli ultimi dati di produzione e immatricolazioni di NIO sono tutto fuorché incoraggianti, per via delle misure anti-Covid imposte in Cina.
NIO incassa la prima, pesante battuta d’arresto. Il Costruttore cinese, considerato da Tesla come uno dei maggiori rivali, ha dovuto, infatti, fronteggiare una drastica contrazione della produzione e delle immatricolazioni. A incidere in misura determinante le restrizioni emanate dal Governo locale per contrastare il contagio da Coronavirus. Così migliaia di esemplari elettrici non hanno mai visto la luce e altrettanti non sono mai stati consegnati ai rispettivi proprietari.
Stando alle informazioni raccolte da Autonews, che cita alcune persone familiari con la vicenda, la Casa avrebbe tentato di far funzionare i cosiddetti “sistemi a circuito chiuso” nei rispettivi impianti. Detto altrimenti, ai dipendenti era stato richiesto di vivere presso le fabbriche, in modo da permettere ai lavori di proseguire nonostante il lockdown in corso.
Uno sforzo inutile, poiché la carenza di pezzi ha raggiunto tali fattezze da impedire a NIO di portare avanti le operazioni di assemblaggio di nuove unità. A livello numerico, la perdita stimata è di circa 7 mila veicoli elettrici in produzione. Ergo, le consegne sono diminuite di circa 5 mila auto.
I risvolti sul mercato
Le conseguenze della delicata fase attraversata hanno avuto dei tangibili risvolti sul mercato: nel mese di ottobre NIO ha totalizzato 10.059 targhe, in calo dell’8 per cento rispetto a settembre. L’impegno è ripreso nei due stabilimenti colpiti dagli stop ma soltanto in via parziale. Di conseguenza, è lecito aspettarsi che pure nel mese di novembre le performance non saranno ottimali.
Ovviamente, NIO non è un caso isolato tra gli operatori della filiera ad aver risentito dei provvedimenti attuati dallo Stato cinese. Anzi, le difficoltà lamentate dimostrano quanto l’approccio di tolleranza zero adottato dell’esecutivo nei confronti della pandemia stia pressoché stravolgendo gli affari, con un impatto sulle attività di fabbrica e sulle catene di approvvigionamento dell’industria dei motori.
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