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McLaren, tecnologia cinese sulle prossime supercar elettriche?

McLaren si apre all’elettrico grazie alla fusione con Forseven e alle tecnologie di Nio, spinta dal fondo CYVN di Abu Dhabi. Nuove prospettive per SUV e berline sportive.
La storica Casa britannica McLaren entra in una nuova era grazie alla fusione con Forseven, giovane startup inglese specializzata in veicoli elettrici. Un’operazione resa possibile dal fondo di investimento CYVN Holdings, con sede ad Abu Dhabi, che detiene partecipazioni sia in McLaren sia nella cinese Nio. Questa alleanza strategica apre le porte a una collaborazione tecnologica tra Regno Unito e Cina, spingendo McLaren verso una possibile elettrificazione della sua gamma, pur restando fedele alle sue radici nell’alta ingegneria sportiva.
Una svolta dopo anni difficili
Negli ultimi cinque anni, McLaren ha dovuto affrontare diverse difficoltà finanziarie e la transizione verso la mobilità elettrica sembrava complessa. Tuttavia, l’accordo tra Forseven e Nio fornisce accesso a soluzioni avanzate, ponendo le basi per una gamma di supercar ibride e, in prospettiva, completamente elettriche. Sebbene l’amministratore delegato Michael Leiters abbia sempre mostrato cautela sull’elettrificazione totale, soprattutto per i problemi di peso derivanti dalle batterie che compromettono l’agilità della vettura, questa sinergia rappresenta una svolta tecnologica fondamentale per il futuro del marchio di Woking.
SUV, berline e la nuova monoscocca del futuro
Oltre all’aspetto tecnologico, la fusione con Forseven potrebbe condurre McLaren verso una diversificazione della gamma. Seguendo l’esempio di marchi come Ferrari, Porsche e Lamborghini, anche McLaren valuta l’introduzione di un SUV di lusso e una berlina sportiva. L’obiettivo è attrarre un pubblico più ampio senza tradire l’identità del brand. La base tecnica resta invariata: ogni McLaren continua a nascere intorno a una monoscocca in fibra di carbonio, oggi ulteriormente evoluta grazie a una nuova tecnologia ispirata al settore aerospaziale.
Il cuore di questa innovazione è l’Automated Rapid Tape (ART), un processo produttivo avanzato che sfrutta un sistema robotico per applicare con estrema precisione i fogli di fibra di carbonio su uno stampo. Il risultato? Una struttura più leggera, più rigida e più resistente, che migliora sia la sicurezza sia le prestazioni. ART viene ora implementato nel McLaren Composites Technology Centre di Sheffield, confermando il ruolo guida del marchio nella lavorazione dei materiali compositi.

La W1: simbolo di innovazione e prestazioni estreme
Il perfetto esempio di questa nuova direzione è rappresentato dalla McLaren W1, una supercar che incarna il massimo della tecnologia, potenza e ingegneria. Dotata della monoscocca sviluppata con il sistema ART, la W1 è capace di accelerare da 0 a 100 km/h in 2,7 secondi e da 0 a 200 km/h in 5,8 secondi, confermandosi come la McLaren con l’accelerazione più potente mai prodotta. Il suo prezzo, pari a 2,1 milioni di dollari, non ha fermato gli appassionati: tutti i 399 esemplari previsti sono stati venduti prima ancora della presentazione ufficiale avvenuta nell’ottobre scorso.
Il successo della W1 dimostra che McLaren è pronta a coniugare tradizione sportiva e innovazione tecnologica. Con l’ingresso delle tecnologie Nio e l’investimento continuo di CYVN, il marchio di Woking sembra pronto ad affrontare il futuro, mantenendo inalterato il suo spirito pionieristico nel mondo delle supercar di lusso.
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