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Industria auto: Governo prepara piano
Il Governo prepara un piano per salvare l’industria auto: previsto stamattina un vertice tra i ministri a Palazzo Chigi.
L’industria auto è una questione centrale per il governo, che prepara un piano. Stamattina, a Palazzo Chigi tra i ministri della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, dell’Economia, dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, Daniele Franco, e delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, terrà luogo un vertice sugli interventi necessari per accompagnare la transizione verso l’elettrico, senza pagarne severamente sotto il piano sociale e occupazionale.
Non sono rimaste inascoltate le richieste degli attori della filiera, nonché degli industriali e dei sindacati, secondo le cui stime si perderanno 73 mila posti occupazionali, a causa dello stop nel 2035, decretato dall’Ue, alla commercializzazione di nuove vetture che producono emissioni di carbonio.
Si tratta di un tema centrale pure a livello europeo. Mentre l’European Chips Act cerca di trovare una soluzione alla dipendenza dai fornitori esteri per i microchip, essenziale pure per l’industria dei motori, l’associazione dei costruttori Acea lancia l’allarme sul grave ritardo nel ritmo di sviluppo delle infrastrutture di ricarica.
Ritmo di crescita in ritardo
Il presidente e ceo Oliver Zipse ha dichiarato: “Il ritmo attuale di crescita è in ritardo rispetto alla domanda dei consumatori di auto a ricarica elettrica. Negli ultimi cinque anni, le vendite di auto elettriche sono cresciute quattro volte più velocemente rispetto all’accumulo di punti di ricarica. Le vendite di auto elettriche sono aumentate di oltre 10 volte tra il 2017 e il 2021, mentre il numero di caricabatterie pubblici nell’Ue è cresciuto di meno di 2,5 volte nello stesso periodo”.
Al di là degli ecoincentivi, l’esecutivo studia le misure per il trasferimento tecnologico, i contratti di sviluppo, gli accordi di innovazioni, fondi Pnrr su ricerca e Ipcei. Senza poi dimenticare gli ammortizzatori sociali, poiché nel 2019 sono state utilizzate 26 milioni di ore di cassa integrazione, contro le quasi 60 del 2021. Tutte voci da prendere in esame per stilare una strategia chiara, tesa a salvare l’industria dell’auto.
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