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Incentivi auto 2022: i possibili contributi
Fra qualche giorno dovremmo finalmente saperne qualcosa in più sugli incentivi auto per il 2022: ecco i contributi al vaglio e i vincoli.
Entro pochi giorni dovremmo finalmente avere un primo quadro dettagliato sugli incentivi auto. Allo stato attuale vige una spaccatura: da un lato c’è chi vorrebbe limitare i contributi statali alle vetture elettriche e plug-in nel prossimo triennio; dall’altro cè chi, invece, desidererebbe comprendere pure i mezzi a benzina, gasolio e ibridi, eventualmente limitando gli aiuti di questi ultimi al solo 2022.
L’ipotesi vagliata ricalcherebbe lo schema degli incentivi auto uscenti. Fatta eccezione per la fascia di vetture tra 61 e 135 g/km di anidride carbonica – limitata al 2022 – avrebbe durata triennale con sovvenzioni a salire, in misura inversamente proporzionale alle emissioni. Il piano sarebbe soggetto a uno sconto da parte del rivenditore (pari ad almeno 1.000 euro senza rottamazione, o almeno 2 mila euro con rottamazione). In pratica i contribuenti, per il prossimo anno, andrebbero da un minimo di 3 mila euro (per la fascia 21-60 senza rottamazione) a un massimo di 9 mila euro (per la fascia 0-20 con rottamazione).
Le soglie di prezzo ed emissioni
Al solito, godrebbero dell’ecoincentivo solo i mezzi sotto una data soglia di prezzo (accessori compresi, ma escluse Iva e Ipt). Tuttavia, in confronto al passato, i limiti scenderebbero a 35 mila euro per le unità della fascia 0-60 e 25 mila per la fascia 61-135 (erano rispettivamente 50 e 40 mila). Una riduzione del bacino volto a prolungare i sussidi governativi ed escludere le auto comprate perlopiù dalle fasce sociali medio-alte e alte della popolazione.
Quanto alle risorse, attualmente si starebbe discutendo di un miliardo di euro all’anno per il triennio 2021-2024. Inizialmente 250 milioni sarebbero riservati alla fascia 61-135 g/km, mentre sia per il 2023 sia per il 2024 l’intera somma verrebbe riservata alle unità nella fascia 0-60. Il veicolo da rottamare dovrebbe essere immatricolato da almeno 10 anni e intestato da almeno 12 mesi all’acquirente di quella nuova o a un suo familiare convivente, riportato sullo stato di famiglia.
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