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Il parco circolante italiano è sempre più vecchio

Il numero di auto cresce, ma invecchia sempre di più. Bassa penetrazione delle elettriche e infrastrutture carenti frenano il rinnovamento.
Secondo il Book Unrae 2024, il parco circolante italiano ha raggiunto 40,57 milioni di veicoli, con un aumento dell’1,3% rispetto al 2023 e oltre sei milioni di unità in più rispetto al 2009. Tuttavia, il problema principale resta l’invecchiamento del parco: l’età media delle auto è salita a 12,8 anni, contro i 12,5 del 2023 e i 7,9 del 2009. Il rinnovo avviene con una lentezza cronica, con impatti negativi su ambiente, sicurezza e salute pubblica.
Auto elettriche ancora marginali
L’analisi Unrae evidenzia che ben 8,8 milioni di veicoli in circolazione sono ancora ante Euro 4, pari al 21,8% del totale, seppur in leggero calo rispetto al 23,2% del 2023. Il parco auto è ancora dominato da motorizzazioni tradizionali, con benzina e diesel che rappresentano quasi l’83% del totale, in lieve calo rispetto all’84,8% del 2023.
Le auto ibride crescono dal 5,3% al 6,8%, mentre le Gpl passano dal 6,5% al 6,7%. Le elettrificate (Ecv), pur in aumento, rimangono una nicchia: sono 568.000 unità (contro le 462.000 del 2023), con una quota che sale dall’1,1% all’1,4%. Le elettriche pure (Bev) e le ibride plug-in (Phev) si dividono equamente questa fetta di mercato.
Italia in ritardo nell’elettrificazione
Il lento sviluppo della mobilità elettrica incide sulle emissioni di CO₂: la media delle nuove immatricolazioni in Italia è di 119,1 g/km, ben distante dai 107,8 g/km della media europea. L’Italia è ancora fanalino di coda tra i principali mercati europei, con una quota di auto a zero o bassissime emissioni ferma al 7,6%, inferiore persino alla Spagna (11,4%) e ben lontana da Regno Unito (28,2%), Francia (25,4%) e Germania (20,3%).

Le cause del divario e le proposte Unrae
L’Unrae attribuisce questo divario non a fattori economici, ma a incentivi inefficaci, una rete di ricarica inadeguata, incertezza normativa e una narrazione ostile verso l’elettrico. La bassa penetrazione delle elettrificate nel settore aziendale è inoltre aggravata da un regime fiscale penalizzante.
L’associazione ribadisce quindi la necessità di un piano pluriennale di incentivi, lo sviluppo di infrastrutture di ricarica e idrogeno e una riforma fiscale per favorire il rinnovo del parco circolante. Solo così l’Italia potrà colmare il gap con il resto d’Europa.
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