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I numeri mostruosi delle auto elettriche e plug-in cinesi
I brand che vengono dalla Cina dominano il mercato internazionale dei veicoli a batteria, ma non è tutto oro quello che luccica.
Il mercato delle auto a nuova energia (NEV) in Cina continua a registrare numeri straordinari, segnando una crescita record per il terzo mese consecutivo. A settembre le vendite avevano sfiorato 1,3 milioni di unità, superando 1,4 milioni a ottobre e raggiungendo 1,51 milioni a novembre. Questi risultati evidenziano la capacità del Paese del Dragone di consolidare la propria leadership mondiale nel settore della mobilità sostenibile, proprio mentre Europa e Stati Uniti affrontano un periodo di rallentamento.
Del totale, 1.429.000 veicoli sono stati immatricolati sul mercato interno (+53,8% rispetto a novembre 2023 e +9,7% rispetto a ottobre 2024), mentre 83.000 unità sono state destinate all’export. La quota di mercato dei NEV ha toccato il 45,6%, il che significa che quasi un’auto su due venduta in Cina è elettrica, ibrida plug-in o alimentata a idrogeno. A guidare le vendite sono le full electric, con 908.000 unità immatricolate (+7,8% rispetto al mese precedente), seguite dai 604.000 PHEV e da un numero più limitato di veicoli fuel cell. Questi dati fotografano un mercato in espansione, trainato da politiche di sussidio e da una domanda interna in costante crescita.
BYD in testa: la corsa dei colossi cinesi
In cima alla classifica dei produttori spicca ancora una volta BYD, che a novembre ha consegnato ben 506.804 NEV, di cui 198.065 full electric. Seguono SAIC con 176.869 unità e Geely, che si è attestata a 122.453 NEV, di cui 91.333 elettriche pure. Negli ultimi dieci anni, le case automobilistiche cinesi hanno compiuto un balzo impressionante, superando Europa e Stati Uniti nella corsa alla democratizzazione dell’auto elettrica. Secondo i dati diffusi dalla China Passenger Car Association, i NEV hanno conquistato un market share del 76% a livello globale, includendo veicoli full electric, ibridi plug-in e fuel cell.
Dati ancor più impressionanti emergono analizzando il periodo gennaio-ottobre: su 14,1 milioni di NEV immatricolati in tutto il mondo, il 69% è stato destinato al mercato cinese, mentre l’Europa si è fermata al 16,4% e gli Stati Uniti al 10%. La quota di mercato cinese dei soli BEV ha raggiunto il 63,2%, mentre i PHEV hanno toccato il 78%. Tuttavia, dietro questa crescita si cela una sfida: la sovraccapacità produttiva potrebbe riversare un eccesso di veicoli sul mercato globale, soprattutto nelle economie emergenti, mentre l’ingresso in Europa e Stati Uniti resta complesso a causa dei dazi protezionistici.
La volatilità dei marchi di auto all’ombra della Grande Muraglia
Per rispondere alle misure protezionistiche occidentali, che prevedono dazi tra il 17,8% e il 45,3% in Europa e fino al 100% negli Stati Uniti, la Cina ha rilanciato i sussidi per i veicoli elettrici, raddoppiandoli a 20.000 yuan (circa 2.600 euro) lo scorso luglio, rispetto ai 10.000 yuan inizialmente previsti. Questa politica di incentivi punta a sostenere la domanda interna e a mantenere la competitività dei produttori cinesi.
La concorrenza all’interno del mercato locale è però sempre più accesa: aziende consolidate come BYD, SAIC e Xpeng si scontrano con nuovi attori emergenti come Xiaomi, che punta a guadagnare fette di mercato con innovazioni e prezzi accessibili. Secondo le stime degli analisti, su 137 marchi attualmente presenti nel mercato cinese dei NEV, meno di 20 saranno in attivo entro la fine del decennio, con buona pace dei consumatori e dei problemi futuri di assistenza e ricambi.
La corsa alla leadership tecnologica e industriale prosegue a ritmi vertiginosi, ma resta la sfida di bilanciare produzione e domanda, evitando una saturazione che potrebbe ripercuotersi a livello globale. La capacità della Cina di mantenere questo primato dipenderà dalla sua abilità nel rispondere alle tensioni commerciali internazionali e nell’adattarsi ai cambiamenti strutturali della mobilità globale.
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