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I dazi di Trump possono mettere in ginocchio le auto elettriche: cosa sta succedendo
La carenza di terre rare e le restrizioni cinesi stanno mettendo a rischio la produzione di auto a livello globale.
Il settore automobilistico globale sta vivendo una nuova crisi legata alla carenza di terre rare, materiali fondamentali per la produzione di componenti automobilistici, in particolare per i veicoli elettrici. Frank Eckard, CEO della tedesca Magnosphere, ha dichiarato alla Reuters che le case automobilistiche sono disposte a pagare qualsiasi prezzo per assicurarsi queste risorse. Il problema, emerso a causa delle restrizioni cinesi alle esportazioni imposte in risposta ai dazi di Donald Trump, sta causando difficoltà su scala mondiale, ricordando la crisi dei chip che ha colpito l’industria automobilistica tra il 2020 e il 2022.
La Cina e il monopolio delle terre rare
Secondo AlixPartners, la Cina controlla gran parte della filiera delle terre rare: il 70% dell’estrazione globale, l’85% della capacità di raffinazione e il 90% della produzione di leghe metalliche e magneti. Le terre rare sono cruciali non solo per la realizzazione di batterie e motori elettrici, ma anche per componenti tradizionali come i cambi automatici, sensori, alternatori e servosterzi. Nonostante siano abbondanti in natura, le difficoltà derivano dalla concentrazione delle risorse e delle capacità di raffinazione in Cina, che ha mantenuto un quasi monopolio globale, creando una dipendenza critica per le economie industriali, compresa quella europea.
L’industria automobilistica alle prese con interruzioni produttive
La decisione della Cina di limitare le esportazioni di terre rare ha avuto un impatto devastante sull’industria automobilistica globale, e in particolare su quella europea. L’associazione Clepa, che rappresenta i componentisti del settore, ha lanciato l’allarme, segnalando che le restrizioni cinesi stanno provocando interruzioni significative nella produzione di auto in Europa.
A partire da aprile, molte aziende europee hanno presentato centinaia di domande di licenza per l’esportazione, ma solo un quarto di esse è stato approvato. Queste difficoltà burocratiche e le incertezze sui tempi di approvazione stanno già causando la chiusura di linee di produzione in tutta Europa, con previsioni di ulteriori problemi nelle prossime settimane, quando le scorte di terre rare si esauriranno.
L’appello per un intervento diplomatico
Con la catena di approvvigionamento che diventa sempre più fragile, le preoccupazioni aumentano anche in altre nazioni. Le associazioni automobilistiche di India, Stati Uniti e Germania stanno chiedendo un intervento diplomatico per risolvere la situazione. Benjamin Krieger, segretario generale della Clepa, ha sottolineato l’importanza di un dialogo tra la Cina e l’Unione Europea per garantire una fornitura stabile di terre rare, senza ulteriori interruzioni. Se non verranno trovate soluzioni rapide, si temono ritardi e blocco della produzione.
Il futuro incerto e la necessità di una risposta globale
L’attuale crisi delle terre rare non è solo una questione di fornitura di risorse, ma anche di politiche internazionali e strategia economica globale. Come è accaduto con la crisi dei chip, i produttori di auto si trovano ora di fronte alla necessità di diversificare le loro fonti di approvvigionamento e ridurre la dipendenza da un singolo Paese. Tuttavia, nonostante gli appelli, la Cina continua a dominare la filiera, e le soluzioni a lungo termine sembrano ancora lontane. L’industria automobilistica mondiale si trova quindi ad affrontare una sfida critica, con il rischio che l’inefficienza delle politiche doganali e le tensioni geopolitiche possano compromettere la produzione di veicoli in tutto il mondo.
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