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Ford licenzia: taglierà fino a 3.200 posti in Europa
Ford effettuerà un nuovo taglio drastico alla manodopera europea, con 3.200 dipendenti che verranno mandati a casa dall’azienda.
Non c’è pace per la divisione europea della Ford. Il consiglio di fabbrica della filiale tedesca e il sindacato IG Metall hanno annunciato il taglio di 3.200 dipendenti, principalmente in Germania, e lo spostamento di una parte dell’attività di ricerca e sviluppo negli States. Scendendo nel dettaglio, la riduzione del personale riguarderà 2.500 addetti nello sviluppo del prodotto e 700 deputati alla parte amministrativa.
Le associazioni di categoria mettono, dunque, in guardia sul possibile abbandono dell’Ovale Blu, che negli ultimi anni ha già preso delle decisioni dolorose. Tanto per cominciare, ha chiuso nel 2018 la fabbrica di cambi di Blanquefort, in Francia, per poi fare altrettanto con quella di Bridgend, in Galles, specializzata nei motori. A ciò si aggiunge il ritiro dal territorio russo, dove contava diverse strutture.
Nel 2025, la Casa dell’Ovale Blu dismetterà l’impianto tedesco di Saarlouis e cederà Craiova alla jv Ford Otosan, puntando perlopiù sui complessi siti a Colonia (Germania) e Valencia (Spagna). Non era possibile stare tranquilli, in quanto Ford aveva evitato di fornire garanzie circa il mantenimento della forza lavoro, a seguito della svolta elettrica. Il Costruttore americano si era limitato a parlare di una ristrutturazione di “ampiezza significativa”, senza spiegarne le implicazioni.
Il ridimensionamento nel Vecchio Continente avrà delle ulteriori conseguenze
Con la dichiarazione appena rilasciata, quella ristrutturazione tanto temuta ha dei risvolti concreti. Continua, pertanto, a diminuire la manodopera di Colonia, dove, dopo i 4 mila dipendenti appiedati rispetto a tre anni fa, vi sarà l’ennesimo ridimensionamento. Nelle note ufficiali la compagnia statunitense ha prefigurato “cambiamenti significativi al modo in cui progettiamo, costruiamo e vendiamo i veicoli Ford”, in grado di influire “sulla struttura organizzativa e sulle competenze di cui avremo bisogno in futuro”.
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